2035

Il dilemma: la Commissione distruggerà la leadership termica prima che l’alternativa elettrica sia etica e sovrana?

2035 – La conferma del 2035 come data ultima per la vendita di auto termiche ha trasformato la transizione energetica in una corsa contro il tempo. La vera sfida per l’Europa non è più stabilire se l’elettrico sia la direzione giusta, ma piuttosto come evitare di distruggere l’eccellenza industriale costruita in decenni di leadership nel motore a combustione, prima che l’alternativa a batteria sia robusta, etica e, soprattutto, sovrana.

Il rischio per l’Unione Europea è di trovarsi in una terra di nessuno industriale: aver perso il primato nel motore termico senza aver guadagnato il controllo totale sulla filiera elettrica.

2035 Il rischio Geopolitico: la nuova dipendenza

L’industria europea ha dimostrato capacità di innovazione, ma la transizione sta creando nuove e pericolose dipendenze esterne.

  • La Minaccia Cinese: La Cina non è solo un mercato, ma il leader mondiale indiscusso nella catena di fornitura delle batterie e nella lavorazione delle materie prime critiche (litio, cobalto). L’obiettivo 2035 ha costretto i costruttori europei a comprare tecnologia e componenti dall’Asia per accelerare la loro offerta di BEV.
  • Perdita di Sovranità: Se l’UE non riuscirà a costruire rapidamente le sue Gigafactory e a sviluppare una filiera di riciclo su larga scala, la sua intera industria automobilistica—il cuore manifatturiero del continente—dipenderà da decisioni politiche prese a Pechino o da crisi di approvvigionamento minerario in Africa.

2035 – La fragilità sociale: posti di lavoro e Know-How

Il motore termico è il prodotto di un know-how ingegneristico complesso e maturo che impiega centinaia di migliaia di persone. L’elettrico, pur essendo il futuro, non assorbe manodopera con la stessa rapidità e volume.

  • Il Fattore Riconversione: Intere filiere di fornitori (in Italia, Germania, Francia) specializzati in componenti termiche rischiano di chiudere prima che l’industria delle batterie e del software possa impiegare i lavoratori in esubero.
  • Distruzione del Capitale Umano: Non si tratta solo di numeri, ma di capitale umano. L’Europa rischia di perdere intere generazioni di ingegneri e tecnici specializzati in motori, un’eredità che non può essere recuperata.

La via d’uscita: non dimenticare l’Efficienza

Di fronte a questo dilemma, è essenziale che l’Europa non consideri il motore termico semplicemente come un “nemico da abbattere” ma come una tecnologia da massimizzare finché la transizione non sarà completata in modo sicuro.

  • Incentivare i Carburanti Sostenibili: L’apertura ai carburanti sintetici (e-fuels) è un salvagente vitale. Seppur costosi oggi, un forte investimento in ricerca e sviluppo potrebbe renderli una soluzione neutrale in termini di , permettendo alla filiera termica di sopravvivere in attesa della piena maturazione dell’elettrico.
  • Sostenere il Termico Ibrido: Continuare a spingere sull’estrema efficienza dei motori ibridi e termici (oltre le normative Euro 7), consentirebbe di ridurre l’inquinamento nell’immediato, proteggendo al contempo i posti di lavoro.

In sintesi, il 2035 è una data ambiziosa e cruciale. Ma l’Europa deve concentrarsi meno sull’ideologia del “tutto subito” e più sulla pragmatica sostenibilità industriale. Distruggere l’industria in casa propria, per poi dipendere da potenze straniere per la tecnologia sostitutiva, sarebbe una vittoria a caro prezzo per l’ambiente e una sconfitta strategica devastante per l’economia continentale.

 

Redazione Fleetime