Blocco Diesel Euro 5: sospiro di sollievo, ecco la nuova scadenza
L’emendamento al Decreto Infrastrutture sposta il divieto al 1° ottobre 2026 per centinaia di migliaia di veicoli in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Una tregua che impone però nuove responsabilità.
Blocco Diesel Euro 5 – finalmente una boccata d’ossigeno per centinaia di migliaia di automobilisti italiani. La tanto discussa questione del blocco dei veicoli Diesel Euro 5 ha trovato una soluzione, almeno per il prossimo anno. Un emendamento al Decreto Infrastrutture, ampiamente discusso e poi confermato a inizio luglio 2025, ha ufficialmente rinviato il divieto alla circolazione che avrebbe dovuto scattare il 1° ottobre di quest’anno.
La notizia, accolta con sollievo soprattutto nelle regioni del Nord Italia, sposta l’asticella delle limitazioni al 1° ottobre 2026. Un anno in più per prepararsi, per valutare l’acquisto di un nuovo veicolo o per cercare soluzioni alternative di mobilità.
Chi beneficia del rinvio e dove
Il rinvio del blocco riguarda le autovetture e i veicoli commerciali Diesel Euro 5, immatricolati approssimativamente tra il 2011 e il 2015. Si tratta di un bacino enorme, con stime che parlano di oltre 400.000 veicoli “salvati” dall’imminente fermo, e in alcune proiezioni si arriva anche a 1,3 milioni a livello nazionale.
Le aree interessate da questa deroga sono le quattro regioni del Nord più impegnate nel contrasto all’inquinamento atmosferico: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma c’è una novità importante: il divieto, una volta entrato in vigore, sarà applicabile solo ai Comuni con oltre 100.000 abitanti, una soglia più alta rispetto ai precedenti 30.000, riducendo così il numero di città direttamente coinvolte.
Un anno di respiro, con condizioni
La decisione è stata presentata dal governo come una “scelta di buonsenso”. L’obiettivo è tutelare cittadini e imprese, consentendo una transizione più graduale verso una mobilità più sostenibile. Tuttavia, questo “anno di respiro” non è incondizionato. Le Regioni mantengono una certa flessibilità: potranno introdurre le limitazioni anche prima del 1° ottobre 2026, o persino sospenderle, ma solo a patto di adottare misure compensative equivalenti per la riduzione delle emissioni. Parliamo di investimenti nel trasporto pubblico, incentivi per mezzi a basse emissioni o l’implementazione di filtri antiparticolato. L’obiettivo ultimo resta il rispetto dei valori di qualità dell’aria imposti dall’Unione Europea.
La corsa continua: incentivi e futuro della mobilità
Se da un lato il rinvio allenta la pressione immediata, dall’altro non risolve la necessità di un profondo rinnovo del parco auto italiano. Le auto Diesel Euro 5 restano veicoli con un impatto ambientale significativo e, prima o poi, dovranno essere sostituite.
In questo contesto, l’attenzione si sposta sempre più sugli incentivi per l’acquisto di auto elettriche e ibride, che dovrebbero diventare pienamente operativi nel corso dell’autunno 2025, con bonus significativi per chi rottama un vecchio veicolo inquinante.
La strada verso una mobilità a zero emissioni è ancora lunga e complessa, soprattutto in un Paese come l’Italia dove l’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici è ancora in fase di sviluppo. Il rinvio del blocco Diesel Euro 5 è un compromesso necessario, un ponte che dovrebbe accompagnare automobilisti e settore verso un futuro più pulito, ma la vera sfida della transizione ecologica è ancora tutta da affrontare.
Redazione Fleetime
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