Bonus-Malus, la  nuova riformulazione del bonus-malus presentata oggi in Commissione al Senato, dimostra che ad essere colpite non saranno solo le auto di “grossa cilindrata”

Le principali Associazioni del settore (ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE), rinnovano il grido d’allarme al Governo, al Parlamento e ai consumatori, sugli impatti che la misura in discussione avrà sul settore automotive.
Le analisi della misura nella sua nuova riformulazione evidenziano come, ad essere colpite dal malus, non saranno solo le autovetture di lusso o di grossa cilindrata, peraltro già assoggettate ad una gravosa imposta quale il superbollo, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato, molti con una fascia media di costo sul quale l’aggravio di una tassa di 1.100 € appare veramente irragionevole.
Solo a titolo di esempio non esaustivo, si riporta di seguito un elenco di autovetture colpite, in particolare nella prima fascia di malus penalizzata da un aggravio eccessivo per il cliente:

MARCA E MODELLO

ALFA ROMEO GIULIETTA

CITROEN SPACE TOURER

DACIA DOKKER DACIA DUSTER

FIAT TIPO FIAT DOBLO FIAT DUCATO PAN.

FORD C-MAX FORD FOCUS FORD KUGA FORD MONDEO

HONDA CIVIC HONDA CR-V

HYUNDAI I30 HYUNDAI TUCSON KIA SORENTO KIA SPORTAGE KIA STINGER

MINI COUNTRYMAN

MITSUBISHI PAJERO NISSAN

JUKE NISSAN X-TRAIL

OPEL CORSA OPEL INSIGNIA OPEL MOKKA OPEL ZAFIRA

RENAULT KOLEOS RENAULT MEGANE

SSANGYONG KORANDO SSANGYONG REXTON SSANGYONG RODIUS SSANGYONG TIVOLI SSANGYONG XLV

SUBARU BRZ SUBARU FORESTER SUBARU LEVORG SUBARU OUTBACK SUBARU WRX

SUZUKI JIMNY TOYOTA GT86 TOYOTA LAND CRUISER TOYOTA YARIS

VOLKSWAGEN GOLF VOLKSWAGEN MULTIVAN VOLKSWAGEN TIGUAN 

Gli impatti della misura considerata dimostrano, inoltre, che il “malus” è di gran lunga superiore rispetto alla necessità di copertura del “bonus”.
Una misura così strutturata, appare pertanto socialmente iniqua, poiché richiede ad un’ampia fascia di cittadini un importante sforzo economico per finanziare l’acquisto di pochi veicoli.
Riteniamo al contrario di fondamentale importanza lo stanziamento previsto a supporto delle infrastrutture di ricarica, a nostro avviso il primo necessario passo che il Paese deve fare per creare le condizioni abilitanti per lo sviluppo della mobilità elettrica.

 

 

Redazione Fleetime

 

Fonte Anfia