D-Day di Bruxelles

Il ripensamento UE sul 2035 è la vittoria della realtà sull’ideologia. Quando tutto diventava incomprensibile, o difficile per qualche giocatore durante una partita a carte tra vecchi amici, c’era chi urlava: “A MONTE!”; mentre chi stava per vincere urlava: “A MONTE VAN LE PECORE!”. Bene, per quel giocatore (o quei giocatori) che voleva mandare tutto a monte, dovrà accettare di perdere questa partita.

D-Day di Bruxelles – il tavolo verde della politica europea è rimasto per anni apparecchiato con un mazzo di carte monocolore. La posta in gioco? Il futuro di milioni di lavoratori e il destino di un’industria, quella automobilistica, che è il cuore pulsante del Vecchio Continente. Per lungo tempo, i sostenitori del “tutto elettrico subito” hanno provato a condurre il gioco con regole unilaterali, ma oggi, nel D-Day di Bruxelles, la partita ha preso una piega inaspettata.

La ribellione dei campioni del motore

Davanti a un mercato che non risponde, a infrastrutture che non crescono e a prezzi che restano proibitivi per le famiglie, qualcuno ha provato a urlare “A monte!”, sperando di annullare tutto e ricominciare senza pagare il conto dei propri errori ideologici. Ma chi la partita la sta vincendo sul campo – gli ingegneri che hanno creato motori termici pulitissimi, le aziende che puntano sui biocarburanti e i produttori che non si sono arresi al dogma – ha risposto con fermezza: “A monte van le pecore!”.
L’industria europea non è un gregge da condurre al macello. Il passaggio dal divieto totale di vendita di motori termici per il 2035 a un più flessibile obiettivo di riduzione del 90% è l’ammissione ufficiale che non si può fermare il gioco solo perché chi ha dato le carte ha sbagliato i calcoli.

Il sistema reagisce: Borsa e Imprese

La reazione del sistema è stata immediata. I mercati finanziari hanno premiato i titoli di Stellantis, Volkswagen e BMW, riconoscendo che la neutralità tecnologica è l’unico modo per vincere la sfida globale, specialmente contro la concorrenza asiatica. Mandare tutto a monte sarebbe stato un suicidio economico; ribellarsi al divieto totale per difendere la flessibilità è stata la mossa del campione.

Conclusione: un finale sofferto ma giusto

Oggi Bruxelles ammette che il recinto era troppo stretto. La partita prosegue, ma con regole più umane e aderenti alla realtà. Il mazzo è stato finalmente pulito dalle forzature ideologiche, lasciando spazio a chi sa davvero giocare: l’industria che innova e il mercato che sceglie.
Per chi sperava di far fallire il motore termico con un colpo di mano burocratico, è il momento di posare le carte e accettare la sconfitta della propria visione a senso unico. E con questo sofferto, ma necessario finale, in attesa dei comunicati ufficiali del pomeriggio, vi auguriamo:

Buone Feste

Redazione Fleetieme

 

di Giuseppe Donadei