La Panda a biometano al pit-stop prima di ripartire per un lungo viaggio, obbiettivo testare un carburante totalmente sostenibile, simbolo dell’economia circolare, una sperimentazione nata dalla collaborazione tra FCA, Gruppo Cap e LifeGate

E’ passato esattamente un anno e un giorno dalla nascita del progetto (14 marzo 2017) da quando Elisa Boscherini responsabile delle relazioni istituzionali di FCA, ha consegnato le chiavi della prima panda a biometano ad Alessandro Russo, presidente del Gruppo Cap. Dando inizio al suo incredibile viaggio attraversando tutta l’italia, dimostrando che il biometano prodotto da acque reflue è sicuro quanto quello ricavato dai rifiuti agricoli.

In questi giorni la Panda è stata regolarmente sottoposta a test di verifica , sta effettuando un pit-stop proprio in questi giorni presso la sede di Orbassano del CFR (Centro Ricerche FCA).

Carlo Calenda, ministro dello sviluppo economico, il 2 marzo aveva firmato il decreto ministeriale per la promozione dell’uso del biometano , Il decreto interministeriale del 2 marzo 2018 promuove l’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti.
Il provvedimento è in linea con quanto previsto dalle Direttive UE sulla promozione dell’energia da fonte rinnovabile.

L’obbiettivo è di aumentare il consumo fino a raggiungere lo 0,9% del totale entro il 2020, salendo al 1,5% nel 2021. La Panda a biometano mira a soddisfare queste esigenze. Riduce le emissioni del 97 per cento rispetto al modello a benzina, l’impatto ambientale è pari a quello delle vetture elettriche alimentate con energia rinnovabile. Contribuisce allo stesso tempo alla sostenibilità economica di aziende agricole e allevamenti, regalando nuova vita agli scarti. La scelta del biometano ricavato da acque reflue, inoltre, consente una riduzione della tassa sui rifiuti.

 

 

 

Redazione Fleetime