L’inquinamento generato dei trasporti continua a crescere, a confermarlo è un’analisi di Transport & Environment

Emissioni CO2 – le emissioni del settore dei trasporti continuano a crescere e coprono ormai il 27 per cento del totale. Non sono solo il trasporto privato e quello pesante ad incidere, ma anche le emissioni di gas serra prodotte dall’aviazione internazionale, queste ultime aumentate addirittura del 130 per cento tra il 1990 e il 2017, mentre il settore navale registra un aumento del 32 per cento. Insieme hanno superato quota 300 milioni di tonnellate di CO2, solo per quanto riguarda il 2017.

Una nuova analisi sull’ambizione climatica dei governi dell’UE, incentrata sugli obiettivi di riduzione delle emissioni dei trasporti (il settore con le maggiori emissioni di CO2 nell’UE) mostra che la maggior parte degli stati membri non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi di riduzione al 2030.

Solo i primi 3, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna, hanno ottenuto un punteggio superiore al 50% nella classifica dei piani nazionali energia e clima elaborata da Transport & Environment che ha analizzato tutte le proposte di ogni Paese per i Piani Nazionali di Energia e Clima.

Emissioni CO2

La Germania, prima economia europea, è quindicesima e si prepara a pagare miliardi di euro agli altri paesi per i mancati target di emissioni al 2030. Tutti i paesi hanno bisogno di implementare politiche ben più efficaci per le riduzioni di emissioni nei trasporti proposte fino a oggi.

I Paesi Bassi si sono impegnati a vietare le vendite di veicoli tradizionali dal 2030 e a ridurre le emissioni totali del settore dei trasporti del 29% rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, il primo posto in classifica è dovuto ad una bozza di accordo nazionale sul clima che il governo ha già annunciato di voler indebolire.

Il Regno Unito e la Spagna hanno piani simili per vietare le auto a combustibili fossili dal 2040, comunque troppo tardi per decarbonizzare il parco veicoli entro il 2050. Il Regno Unito lascia inoltre la porta aperta agli ibridi, e gli impegni spagnoli e britannici non sono vincolanti.

Carlos Calvo Ambel, direttore di analisi e trend di T&E, ha dichiarato: “In questo momento, la maggior parte dei piani nazionali sui trasporti comporterebbe il mancato adempimento dei target Europei vincolanti al 2030. Ciò significa che questi paesi potrebbero essere citati in giudizio e multati, o essere costretti a pagare per le riduzioni di emissioni in altri paesi UE”.

Dei paesi UE più in basso nel ranking, la Germania (quindicesima) ha posticipato le decisioni fino alla pubblicazione della versione finale del suo piano (prevista per la fine dell’anno).
L’Italia al 17° posto è penalizzata dal ruolo importante conferito al gas naturale nei trasporti, nonostante auto e camion alimentati a gas producano emissioni serra analoghe a quelle dei veicoli a benzina e diesel. Positiva nel piano italiano l’attenzione conferita al potenziamento del trasporto su ferro sia passeggeri che merci e la ricorrente menzione all’intermodalità.

Veronica Aneris, manager per l’Italia di T&E ha dichiarato: “Quello che preoccupa maggiormente nella bozza di Piano inviata dal governo italiano a Bruxelles è la promozione del gas naturale nei trasporti. Il gas è un combustibile fossile e in quanto tale va nella direzione opposta alla decarbonizzazione. Se vogliamo centrare l’obiettivo di Parigi è necessario adottare sin da ora misure in grado di mettere il settore sulla giusta rotta per un trasporto a emissioni zero, come la mobilità elettrica, su cui attualmente il Piano punta in maniera troppo timida.”

“Abbiamo avanzato critiche al Piano Energia e Clima presentato dal Governo italiano nell’ambito della consultazione pubblica, perché troppo timido negli obiettivi, troppo vago negli strumenti attuativi, che non consentirà di rispettare gli impegni di riduzione dei gas serra al 2030 per la parte trasporti – ha dichiarato Anna Donati, responsabile mobilità Kyoto Club – e ci aspettiamo che dal confronto e dalle proposte avanzate vi sia un concreto miglioramento del PNIEC italiano.”

 

 

Redazione Fleetime

 

Fonte press Kyoto Club e Transport & Environment