Gennaio 2019: rapporto mensile sell’andamento del marcato italiano delle autovetture

Gennaio 2019: nel mese di gennaio sono state immatricolate 164.935 autovetture, il 7,5% in meno rispetto a gennaio 2018 (elaborazioni ANFIA su dati Ministero Infrastrutture e dei Trasporti in data 05/02/2019). Il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles (incluso Maserati) registra un calo tendenziale del 22% nel mese, con volumi che si attestano a 40mila nuove registrazioni con il 24% di quota.

Sono tre i modelli italiani nella top ten di gennaio: Fiat Panda (14.552 unità) al primo posto, seguita da Lancia Ypsilon (6.606) in seconda posizione e Fiat 500X (3.410) all’ottavo. A gennaio 2019 si registra un calo pesante delle immatricolazioni di auto diesel, -31% su gennaio 2018 e il 41% di quota.

Le vendite di auto a benzina raggiungono il 45,3% di quota e quelle ad alimentazione alternativa si attestano al 13,7%, di cui lo 0,4% di auto a zero o a bassissime emissioni (complessivamente quasi 900 unità). Le auto intestate ai privati sono il 62,7% del mercato (+4,3%) e quelle intestate alle società il 37,3% (-22,3%).

Nel mix di mercato hanno segno positivo le vendite di superutilitarie (+7,3%), SUV piccoli (+3,4%) e grandi (+12,1%), in calo gli altri segmenti. Secondo la distribuzione nel territorio, l’unico segno più riguarda l’area Sud-Isole, +1,1%, mentre il Centro registra un calo delle vendite del 2,5% e l’area Nord-Ovest e Nord-Est registrano diminuzioni rispettivamente del 13,4% e dell’8,7%. In calo anche gli altri major markets europei: Germania -1,4%, Francia -1,1%, Spagna -8%, Regno Unito -1,6%.

La congiuntura dell’economia italiana e la crescita del Pil

Nella Nota mensile dell’economia italiana, di gennaio 2019, ISTAT evidenzia che il rallentamento dell’economia internazionale si è prolungato anche nell’ultima parte dello scorso anno, colpendo in particolare il settore industriale e la domanda internazionale. Nel quarto trimestre 2018, il Pil italiano ha segnato la seconda variazione congiunturale negativa consecutiva, determinata da una nuova flessione della domanda interna.

Il mercato del lavoro ha confermato il quadro di sostanziale stabilità dell’occupazione in presenza di lievi miglioramenti della disoccupazione. Si conferma la tendenza di decelerazione dei prezzi condizionata dai ribassi dei costi energetici. Il differenziale con l’inflazione dell’area euro torna ad allargarsi.

A gennaio 2019, il clima di fiducia dei consumatori, dopo due flessioni consecutive, ha segnato un aumento mentre è proseguito il peggioramento dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese. L’indicatore anticipatore ha registrato una marcata flessione, prospettando serie difficoltà di tenuta dei livelli di attività economica.

Secondo le nuove previsioni della Commissione Europea, nel 2019 il Pil italiano scenderà a +0,2%, considerevolmente meno di quanto anticipato nelle previsioni autunnali (+1,2%) e meno anche di quanto stimato dal governo in dicembre (+1%) proprio dopo la correzione delle stime auspicate dall’Europa. L’Italia è l’economia che cresce meno tra i 28 Paesi UE. La Commissione ha rivisto al ribasso anche le crescite di Francia e Germania, rispettivamente a +1,3% e +1,1%. Per Spagna e Regno Unito l’economia è prevista crescere rispettivamente del 2,1% e dell’1,3%.

L’indagine ISTAT sulle intenzioni di acquisto delle autovetture

L’indagine ISTAT sulle intenzioni di acquisto di un’autovettura nuova nei prossimi 12 mesi, evidenzia un netto aumento di risposte “certamente sì” e probabilmente sì” che, dal 9,2% di gennaio 2018, sale all’11,6% di aprile, miglior dato dal 2010, per poi scendere al 9,7% di luglio e risalire all’11% ad ottobre 2018 e all’11,3% di gennaio 2019. La percentuale di risposte “certamente no”, dall’80,4% di gennaio 2018, scende al 78,5% di gennaio 2019.

Prezzo petrolio greggio

Le restrizioni sulla produzione di petrolio, adottate a fine 2016 dal cartello petrolifero di Paesi Opec e non-Opec (tagli di 1,2 milioni di barili al giorno), hanno determinato un rialzo del prezzo, che nel 2017 è stato del 23% (52,8 US$, media pesata dei prezzi WTI, Brent, Dubai, FMI) sul prezzo medio del 2016 (in calo del 16% su quello del 2015, FMI).

Anche la crescita economica globale è stata determinante nel rialzo dei prezzi del petrolio, in particolare per la crescente domanda petrolifera di Cina e India. Il FMI ha rivisto al rialzo la stima sul prezzo medio del petrolio per il 2018 a US$ 69 (+31% sul 2017) rispetto alla stima precedente di aprile di US$ 62. I prezzi medi del petrolio sono previsti scendere a poco meno di $ 60 al barile nel 2019 e nel 2020, in ribasso rispetto al 2018.

Prezzi carburanti in Italia e consumi di carburante

A gennaio 2019, il prezzo medio dei carburanti risulta diminuito, rispetto a dicembre 2018, per tutti i tipi di carburante: o il prezzo della benzina senza piombo da € 1,509 al litro a € 1,490 o il prezzo del gasolio per autotrazione da € 1,451 a € 1,435. o il prezzo del GPL da € 0,666 al litro a € 0,657 Rispetto a gennaio 2018, il prezzo medio dei carburanti risulta in calo del 5% per la benzina, dello 0,6% per il gasolio e del 2,9% per il GPL.

IVA e accise hanno pesato sul prezzo medio alla pompa di gennaio 2019 per il: o 66,9% benzina senza piombo o 61,1% gasolio autotrazione o 40,4% GPL. Nel 2018, si registrano rispettivamente le seguenti variazioni tendenziali nei consumi di carburante: diesel +4,3%; benzina senza piombo +0,5%; GPL -3,1%.

 

 

Redazione Fleetime

 

 

Fonte ANFIA