Il punto centrale sono i target ambiziosi imposti per la riduzione della CO2, in particolare nel segmento dei veicoli commerciali leggeri (LCV), dove Stellantis è leader in Europa.
I punti chiave dell’allarme
- Rischio di Chiusura Stabilimenti: Imparato ha menzionato esplicitamente la possibilità di dover chiudere stabilimenti se la domanda di veicoli elettrici non dovesse crescere in linea con i target imposti. Ha fatto l’esempio concreto dello stabilimento di Atessa, in Italia, il più grande d’Europa per la produzione di furgoni, come potenziale vittima di questa crisi.
 - Multe Miliardarie: Il mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita di veicoli elettrici comporterebbe per Stellantis sanzioni economiche pesantissime, che potrebbero raggiungere i 2,5 miliardi di euro in due o tre anni. Di fronte a un simile scenario, secondo Imparato, chiudere gli stabilimenti sarebbe una scelta inevitabile per evitare il tracollo finanziario.
 - La Pressione dei Costi: Il CEO ha sottolineato come l’implementazione delle nuove tecnologie per l’elettrificazione stia aumentando i costi di produzione, un onere che ricade sui consumatori e rende le auto nuove, specialmente quelle più economiche, sempre meno accessibili. Questo, di fatto, rallenta il rinnovo del parco auto e, paradossalmente, non porta a una riduzione delle emissioni complessive.
 
L’avvertimento di Stellantis all’UE non è quindi un semplice pretesto, ma un’analisi strategica delle conseguenze economiche e sociali che le attuali politiche potrebbero generare, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e la stabilità dell’industria automobilistica in Europa.
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