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Tutor, Il colosso Autostrade per l’Italia contro la piccola azienda toscana di Romolo Donnini, la Craft srl

 

Fra i due soggetti è in atto una guerra legale enorme: sono in ballo centinaia di milioni di euro. E adesso è arrivata una pesantissima sentenza della Cassazione. La questione è molto tecnica e qui ci limitiamo a sintetizzarla in modo estremo con l’aiuto di Alessandro Patanè, amministratore della MPA Group srl (Latina), che ha rilasciato un’intervista su Automobilista.it. Ovviamente, se Autostrade per l’Italia per l’Italia lo riterrà opportuno, riporteremo anche la sua replica.

La battaglia in atto (Tutor)

“La mia società – dice Patanè – ha sviluppato il software del sistema denominato Sicve di Autostrade per l’Italia spa dal 2004 al 2008. Ne deteniamo la proprietà intellettuale del software. E congiuntamente alla titolare del brevetto IT 01.310.318 (data di deposito 09.11.1999) la società Craft srl, brevetto di cui siamo licenziatari e concessionari, rappresentiamo la ‘proprietà’ e l’’inventore’. Stiamo tutelando i nostri diritti, relativamente al sistema del controllo della velocità media, in ogni sede di giustizia sia civile sia penale, non volendo la società Autostrade e gli utilizzatori riconoscere i nostri legittimi e violati diritti”.

Il cuore del problema (Tutor)

“La Craft – racconta Patanè – brevetta nel 1999 un sistema del controllo della velocità media che presenta a Polizia stradale e ad Autostrade. Polizia stradale mostra subito interesse, mentre Autostrade non sembra interessata. La Craft va avanti con la messa a punto del sistema confrontandosi anche con la Polizia stradale, quando come un fulmine a ciel sereno Autostrade annuncia di aver inventato e brevettato insieme a Polizia stradale (domanda di brevetto poi ritirata nel giugno del 2006) un rivoluzionario sistema per il controllo della velocità media. La Craft cita in giudizio sul tribunale civile di Roma Autostrade, che vantava una domanda di brevetto, per contraffazione dello stesso. Autostrade ritira la domanda di brevetto e il tribunale di Roma non riscontra la contraffazione in quanto Autostrade si difende anche dicendo che il Sicve differisce dal brevetto Craft per l’utilizzo di una componente di attivazione (componente secondaria ed ininfluente) e che veniva considerata – erroneamente dai giudici – una componente diversa e distintiva”.

In Cassazione

Nei primi due gradi di giudizio, la validità del brevetto Craft è stata riconosciuta, ma senza affermare che Aspi avesse commesso una contraffazione (integrale o per equivalente). Lasentenza d’appello ora è stata giudicata “palesemente contraddittoria”. “Il Sicve – per Patanè – ricalca in tutto e per tutto nelle sue componenti principali il brevetto Craft, la differenziazione di una componente secondaria (le spire induttive di cui al brevetto Weiss) non può/non deve escludere l’esistenza della contraffazione: la sentenza della Cassazione fa notare che se il brevetto Craft è valido, allora c’è stata contraffazione, cassa quindi la sentenza con delle prescrizioni, rimandando a un nuovo collegio la formulazione. Il nuovo collegio dovrà quindi formulare l’esistenza di una contraffazione, indicandone l’intensità, ossia se sia stata integrale, per equivalente o parziale, ma sempre di contraffazione si parla”.

Diversi filoni

Nei bilanci di Autostrade (e della controllante Atlantia) si legge: “All’udienza del 10 giugno 2015, il legale di Patanè ha manifestato la propria disponibilità a addivenire ad una transazione, formulando una proposta transattiva di definizione della causa con il pagamento delle licenze del sistema software Tutor per l’ammontare di 240 milioni di euro per l’utilizzo ventennale a partire dal 2006, con rinuncia ad ogni pretesa per il futuro”. In realtà, evidenzia Patanè, “l’addebito della contraffazione porta a un numero mostruoso che è rappresentato dalla somma che ha prodotto il sistema nelle tasche della società Atlantia/Autostrade e in quella di Polizia stradale (oltre 4.500.000 di verbali): dal 2005 a oggi, stiamo parlando di una somma che supera i 7 miliardi di euro. Da qui la nostra ‘ultima proposta’ ad addivenire al pagamento delle licenze. Se non si addiverrà al pagamento delle licenze, si dovrà forzatamente agire per la contraffazione, con le conseguenze del caso, tra cui, in vigenza del brevetto, dell’accantonamento del petitum da contraffazione, vista anche l’enorme esposizione che la società ha e che non sarebbe in grado di onorare”. E questo è solo uno dei filoni della vertenza.

 

 

 

 

fonte omniauto.it