Vendite auto Europa, l’incertezza generale sta caratterizzando lo scenario internazionale

Vendite auto Europa, secondo i dati diffusi oggi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA1 a febbraio le immatricolazioni di auto ammontano a 1.148.773 unità, con un calo dello 0,9% rispetto a febbraio 2018. Nei primi due mesi del 2019, i volumi immatricolati raggiungono 2.374.954 unità, con una variazione negativa del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A febbraio la domanda di auto nuove in UE risulta ancora in ribasso rispetto a un anno fa, nonostante alcuni dei principali mercati mostrino una leggera ripresa – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA. Dopo cinque mesi consecutivi in flessione, le immatricolazioni crescono in Germania (+2,7%), in Francia (+2,1%) e nel Regno Unito (+1,4%), mentre continuano a calare, per il sesto mese consecutivo, in Spagna (-8,8%) e Italia (-2,4%).

La flessione complessiva dei cinque maggiori mercati, che pesano per il 69,8% del totale immatricolato, è dello 0,3% nel mese, con una contrazione delle vendite di auto diesel del 13% – particolarmente sentita in Spagna (-29%) e in Italia (-21%), mentre in Germania si registra una crescita sia a gennaio (+2,1%) che a febbraio (+3%, con una quota del 32,6%).

Nei primi due mesi dell’anno, alcuni mercati hanno visto una contrazione significativa rispetto allo scorso anno, in particolare Spagna (-8,4%) e Italia (-4,9%), mentre le immatricolazioni di nuove autovetture sono rimaste più o meno stabili in Germania (+0,6%), Francia (+0,5%) e Regno Unito (-0,6%).

Il mercato auto in UE è fortemente guidato dalla domanda domestica e il rallentamento dell’economia europea già in atto da alcuni mesi, in particolare nell’Area Euro, potrebbe avere un impatto significativo sulla vendita di automobili nei mesi a venire. Del resto – conclude Scudieri – sono molti i fattori di incertezza che caratterizzano lo scenario europeo e internazionale per l’anno in corso: alle tensioni relative alla politica commerciale USA e al rallentamento dell’economia cinese, ereditate dal 2018,

si aggiungono possibili rischi derivanti da un aumento della volatilità dei mercati finanziari, la possibile imposizione di dazi doganali nelle importazioni di auto e componenti in USA, la Brexit ‘no deal’, e le elezioni europee, senza dimenticare l’impatto del quadro normative UE, ovvero dei nuovi sfidanti target di riduzione delle emission di CO2 fissati per il 2025 e 2030, sui piani di sviluppo dei Costruttori europei di auto”.

 

 

Redazione Fleetime

 

Fonte press ANFIA