Allenza Seat e Cina, accelerare lo sviluppo dei veicoli a batteria

Come accennato nel servizio Cross Licensing del nostro magazine digitale del numero di giugno, le alleanze soprattutto con la Cina proliferano. Il Memorandum d’intesa che disciplina il nuovo posizionamento della Casa spagnola è stato siglato il 9 luglio dal presidente Seat Luca De Meo, dal presidente di Volkswagen Group China, Jochem Heizmann, e dal presidente di Jac An Jin, alla presenza della Cancelliera tedesca Angela Merkel e del premier cinese Li Keqiang.

De Meo, classe 1967, bocconiano doc, da 25 anni lavora nel settore automotive. È passato da Renault, Toyota. E poi in Fiat dove ha seguito il lancio della 500, Alfa Romeo, il marchio Abarth prima di passare nel gruppo Volkswagen. Dal novembre 2015 è numero uno di Seat.

La Seat a guida de Meo sarà il braccio operativo di Vw nella nuova avventura in Cina. «Vw – spiega il manager italiano – è stato uno dei primi a entrare nel mercato cinese con due joint venture. Ora si è presentata l’occasione di creare una nuova alleanza per le auto elettriche. L’accordo prevede l’apertura di un nuovo stabilimento produttivo, la creazione di un centro di R&D, lo sviluppo di nuove piattaforme produttive per i veicoli Ev».

Quanto investite in Seat in R&D? 

Quest’anno investiremo il 10% del fatturato in R&D. E’ tanto. Credo che rappresentiamo il 3-4% degli investimenti in R&D nella parte industriale di tutta la Spagna.

Seat diventerà azionista di Jac Volkswagen e nel 2020-2021 proporrà i suoi modelli nel mercato cinese. “La nostra partecipazione a questa fase della joint venture – ha detto De Meo –  segna l’inizio di una nuova era che ci permetterà di globalizzare il marchio e accelerare lo sviluppo di veicoli elettrici. La Cina offre diverse opportunità e noi contribuiremo apportando soluzioni di mobilità in grado di soddisfare le esigenze dei clienti”.

Le prossime sfide di Seat?

Sono tre. La globalizzazione del business: noi siamo troppo dipendenti all’Europa, dobbiamo allargare il perimetro di mercato per difenderci dalla ciclicità. Poi c’è la rivoluzione nell’elettrico che è un salto epocale tutto da fare. E in ultimo la trasformazione del modello della catena del valore legato alle nuove tecnologie digitali: prepararci a vendere mobilità e solo auto.

 

 

Redazione Fleetime