Sono tre le soluzioni presentate da Vw al Symposium di Vienna

 

Presentate in anteprima mondiale al Vienna Motor Symposium, innovative propulsioni a metano, turbodiesel efficienti e nuove soluzioni ibride, che permetterà a Volkswagen di raggiungere l’obbiettivo delle emissioni medie di C02 pari a 95 g/km prescritto dall’unione Europea dal 2020. Oltre al sistema mild hybrid a 48 V. che debutterà sulla prossima Golf, Vw sta puntando sulla motorizzazione 1.5 TGI a metano (EA211 Evo). Il 1.5 a iniezione diretta, sovralimentato con turbina a geometria variabile VTG, è basato sul 1.5 TSI ACT BlueMotion.

Il metano secondo Volkswagen è un successo tale che il costruttore è stato costretto a sospendere temporaneamente gli ordini delle vetture TGI a causa della troppa richiesta. Del resto, si tratta di soluzioni ben integrate con il sistema di bordo e offerte con propulsori dalle ottime prestazioni.

Lo sviluppo del metano rappresenta una delle direzioni intraprese dal Gruppo Volkswagen verso una mobilità sostenibile, e la presentazione del nuovo 1.5 TGI Evo lo conferma. Si tratta di un propulsore (nome in codice EA211 Evo) basato sul motore 1.5 TSI di ultima generazionecon sistema di disattivazione dei cilindri ACT, turbina a geometria variabile e ciclo Miller.

La potenza è la stessa (130 CV), con una coppia di 200 Nm tra 1.400 e 4.500 giri/min, mentre per quanto riguarda l’efficienza Volkswagen segnala (a bordo di una Golf con cambio DSG) un consumo medio di metano di 3,5 kg per 100 km e un’autonomia di 490 km con un pieno di gas. Il nuovo motore a metano dovrebbe debuttare sulla Golf 1.5 TGI nella sua ottava generazione.

Con il lancio del nuovo 2.0 TDI EA288 Evo, Volkswagen dimostra il grande potenziale di questa tecnologia negli anni a venire. Il segreto sta anche (ma non solo) nell’abbinamento (per la prima volta nel Gruppo) dei motori TDI a quattro cilindri con dei sistemi ibridi. Il primo sarà proprio questo nuovo 2 litri, abbinato ad un sistema mild-hybrid a 12 V.

Quello che caratterizzerà i nuovi motori TDI saranno i bassi valori in termini di emissioni in ogni condizione di guida: per questo, la certificazione con i cicli WLTP e RDE è scontata.

Entrando nel dettaglio, la nuova unità 2 litri TDI a quattro cilindri (attesa inizialmente sotto al cofano delle Audi con motore longitudinale per poi arrivare successivamente anche sulle vetture nate dalla MQB) sviluppa una potenza massima che va dai 163 CV (per la versione PC1, che parte da 136 CV) ai 204 CV (+9% di potenza e coppia) ed è dotato di un nuovo sistema di combustione.

Inedito è anche il trattamento dei gas di scarico, composto dal filtro antiparticolato DPF e da un catalizzatore SCR per abbattere le emissioni di NOx, tutti ridimensionati per ridurre peso (inferiore di 20 kg), ingombri e attriti. Ridotte saranno anche le emissioni di CO2, più basse di 10 grammi/km rispetto all’attuale generazione. Questo per rientrare nei limiti antinquinamento Euro 6d.

 

 

Redazione Fleetime