volkswagen BUDD-e

Volkswagen Budd-e erede del mitico «Bulli» è alimentato a batterie e può percorrere 550 km. Così la Casa tedesca dopo il Dieselgate prova a reinventarsi

LAS VEGAS – La nuova Volkswagen riparte dal CES 2016 di Las Vegas. E lo fa proprio all’indomani dell’avvio della causa civile dell’amministrazione americana contro la casa tedesca per l’ormai noto Dieselgate. Che sia una nuova stagione per Volkswagen, si vede subito dai primi minuti della conferenza stampa al Cosmopolitan Hotel: nessun «one man show» in scena, come all’epoca di Martin Winterkorn, accanto al nuovo numero uno Herbert Diess, questa volta salgono sul palco partner e collaboratori (compresa una donna, che in un appuntamento così importante, in Volkswagen ancora non si era mai vista). Un lato meno duro e più familiare.

Volkswagen Budd-e, la sfida dell’energia pulita

Il cambiamento radicale non è solo nello stile e per ripartire i tedeschi hanno scelto il Bulli, «pulmino» simbolo di libertà degli anni 60, riproposto al CES in versione elettrica con il concept Budd-e. Da icona hippie, a simbolo di una rivoluzione a batterie. Il nuovo Bulli digitale è realizzato su una inedita piattaforma MBE, sviluppata in maniera specifica per i veicoli a batteria: può contare su un motore elettrico anteriore da 100 chilowatt abbinato ad uno posteriore da 125 chilowatt, una configurazione che consente di sviluppare, in caso di necessità, una trazione integrale. L’autonomia dichiarata da Volkswagen per il Budd-e è di 533 chilometri con tempi di ricarica, assicurano i tedeschi, dell’80% in 30 minuti. Il concept tedesco è gestito da schermi touch, sistemi di controllo con gesti oppure a voce. Dentro e fuori: Budd-e non ha maniglie, è sufficiente avvicinarsi con le chiavi in tasca per aprire la vettura oppure chiedendolo direttamente all’auto. Non appena le camere all’interno, intuiscono dal movimento dei passeggeri la volontà di scendere dall’auto, le porte (scorrevoli) si aprono. Sistemi che a sentire cosa raccontato al CES da Volkswagen, arriverebbero sui modelli della casa tedesca nel 2019. A quel tempo, il dieselgate potrebbe essere già solo un brutto ricordo.

fonte corsera