Quando parliamo di auto elettriche ovviamente parliamo di batterie.

E quando parliamo di batterie per le auto elettriche, spesso intendiamo celle al litio ed il componente più costoso di un’auto.
Sarebbe come immaginare di pagare il serbatoio della benzina più del motore.

Non suona bene, vero?

 Eppure sul fronte delle batterie c’è ancora tanto da sapere e molte cose sfuggono alla stampa generalista anche per via di un linguaggio troppo tecnico degli operatori del settore.
Allora oggi sfruttiamo l’inaugurazione di quella che sarà la più grande fabbrica di batterie per auto e sistemi di accumulo al mondo nel deserto del Nevada, la GigaFactory di Tesla e Panasonic, per fare il punto della situazione sul fronte accumulatori e Veicoli elettrici.
Ovviamente chi ci legge sa bene che il piombo ed altre vecchie chimiche che troviamo nei sistemi più datati e negli elettrodomestici più economici sono stati abbandonati da tempo in ragione del litio, almeno per le auto elettriche più avanzate.
L’accoppiata Nickel-Cadmio / Ni-Mh resiste sui piccoli pacchi batteria delle ibride, specie Toyota, ma che la stessa casa orientale sta sostituendo man mano che i propri veicoli passano dall’essere più elettrici e meno a combustione.
In un futuro sempre più reale, fatto di flotte elettriche ed automatizzate e di pianificazione di costi e manutenzione sempre più precisa, le auto elettriche con pacchi batteria al litio diventano un accessorio di un ecosistema ben complesso, che parte dall’azienda con l’auto produzione dell’energia da rinnovabili e/o da fonti a basso impatto (compreso il gas naturale) fino ad arrivare all’uso totale della propria energia anche per la propria flotta di veicoli.
Per questo sul fronte delle grandi aziende, la fabbrica Tesla GigaFactory rappresenta quanto atteso da tutto il comparto Fleet.
Inaugurata con un Grand Opening da circa 24 ore, la Giga factory ha l’obiettivo di raddoppiare da sola la produzione mondiale attuale di batterie al litio, abbattendone per davvero i costi e creando un anello intorno alla batteria: produzione, commercializzazione e riciclaggio.

È difatti quest’ultimo punto caro non solo all’istrionico Elon Musk ed al suo vice Straubel, bensì a tutto il mondo dei veicoli elettrici. Questo il passaggio di Musk:

“La quantità di Litio al mondo è maggiore di quanto ci serva, non importa molto il picco del litio, perché lo ricicleremo “
 Oggi la percentuale di riciclaggio è molto bassa. Pensate a quanti cellulari di vecchia generazione giacciono nei cassetti o peggio ancora vengono buttati via.
Negli ultimi anni le campagne di ritiro del vecchio hanno aumentato la percentuale di batterie recuperate, ma è ancora troppo poco.
Per questo l’industria che produce deve essere anche responsabile del ritiro e riciclaggio, per suo primo interesse.
Nella Giga factory questo è un assetto strategico :
“Ogni pacco batteria (riferimento al powerwall) sarà riciclato sul posto, il fatto che lo stiamo pianificando significa che saremo molto precisi”
 
Il trattamento fine vita delle batterie Teslamotors è già in corso anche per le auto, poiché è importante sapere che il litio non si usura nel tempo, sono altri i fattori che portano ad un esaurimento della capacità delle batterie, per questo riciclare il componente più importante è strategico e funzionale al processo industriale.
Ma con l’apertura della fabbrica nasce anche un nuovissimo formato di batterie: il 2170. Nelle batterie, il numero cela le dimensioni: 21 mm di diametro per 7cm di lunghezza (70mm) ovvero più lunghe delle precedenti (che arrivavano a 65mm) e più larghe (18mm)
Questo significa maggiore capacità e facilità di assemblaggio di grandi pacchi batteria.
Queste “pile” saranno prodotte da Panasonic e assemblate nei pacchi batteria da Teslamotors e verrà fatto in grande stile, poiché la California si è vista richiedere permessi milionari per ampliare le zone della fabbrica dedicata alla produzione delle nuove celle (9.43Milioni di dollari) e sottosezioni dedicate al loro assemblaggio, (14+15+1.2Milioni)
Arriviamo poi ai moderni macchinari, in parte visibili ma per la maggior parte top secret, che serviranno per la produzione delle batterie, alcuni scatti “rubati” durante il tour infatti li potete vedere in questo articolo.
Molti dei macchinari sono nati appositamente dalla collaborazione Tesla-Panasonic, azienda quest’ultima che ripone grandi aspettative (ed il suo stesso futuro industriale) nella partnership col Sudafricano Musk e che vedrà Panasonic impegnata oltre che nella ricerca e sviluppo, nella vera e propria produzione di massa a basso costo.

Infine una nota importante sul fronte dell’energia che alimenta la fabbrica: il deserto del Nevada non è stata una scelta casuale. Vento e sole, assieme alla geotermia, provvederanno all’intero fabbisogno energetico del produttore di batterie numero uno al mondo, rendendolo di fatto autonomo dalla rete ed efficiente già dalla produzione.

I pacchi batteria che usciranno dalla Giga factory saranno stati prodotti e caricati da energia rinnovabile, anche questo concetto sovverte e di molto il normale trend delle mega fabbriche.

Alcuni passaggi della conferenza di presentazione tenuta da Musk e Straubel :
“Tenere al centro l’obiettivo è una missione critica, dunque il minibus basato sul telaio di model X sarà per il futuro”
“Ha senso avere una Giga factory in ogni continente”
“Gli impiegati oggi sono mille, a regime saranno diecimila”
“Abbiamo bisogno di progettare le auto come prodotti integrati, è così che abbiamo progettato la  GigaFactory “
“Le auto elettriche lavorano molto bene su Marte”

Redazione Fleetime

Daniele eV-Now!   daniele.redazione@fleetime.it