Per far decollare la produzione della nuova Model 3 Elon Musk ha fatto realizzare una struttura esterna alla fabbrica principale.

Da non credere, Tesla,  che per anni ha elogiato le meraviglie della super fabbrica, dell’automazione e dell’hi-tech – ora sposta la produzione in una tenda. Montata in fretta e furia all’esterno dello stabilimento principale. Pazzesco ma tutto vero, con incredibili risultati pratici perché proprio grazie a questa trovata la produzione della piccola Model 3 ha finalmente spiccato il volo, raggiungendo l’agognato ritmo d 5000 auto a settimana.

Gigafactory inaugurata nel giugno del 2014 poco lontano da Sparks, in Nevada, con un nome altisonante (deriva dalla parola “Giga”, l’unità di misura che rappresenta il miliardo) e con una capacità annuale di produzione delle batterie di 35 gigawattora (GWh), dove un GWh equivale a generare (o consumare) un miliardo di watt per un’ora, ovvero quasi quanto l’intera produzione mondiale di batterie a oggi? Esattamente.

Però (a colpi di tweet) è stato lo stesso Musk a spiegare che la troppa automazione può creare solo problemi. E non è un caso fra l’altro che il responsabile della produzione della Model 3 sia stato appena cacciato… 

Gigafactory, l’edificio più grande del mondo, interamente alimentato da fonti di energia rinnovabili, un monumento all’hi-tech che dovrebbe – secondo i piani Tesla – portare a ridurre “in modo significativo il costo di Tesla per le celle grazie all’economia di scala, alla produzione innovativa, alla riduzione degli sprechi e alla semplice ottimizzazione costituita dall’ubicare la maggior parte del processo di produzione sotto un unico tetto”.

La tenda è guardata a vista da guardie armate con perimetro in reti metalliche, sembra però funzionare tutto: 7.000 auto in 7 giorni” come ha twittato giulivo Musk.

 

 

Redazione Fleetime