“Siamo tutti d’accordo sul fatto che è il cervello umano a costruire computer e robot.
Allo stesso modo, una macchina viene programmata dall’uomo perché svolga operazioni complesse e/o monotone.
La guida è proprio una di quelle operazioni: è complessa ed al tempo stesso spesso monotona, noiosa.
Per questo motivo, siamo sempre meno attenti al volante e più attenti alla chat, al pokemon, alla videochiamata.
Quando pensiamo ad un robot, ad un androide per come ci ha abituati la cinematografia, lo immaginiamo come un essere dotato di sensi superiori ai nostri, diversi occhi, sensori raffinati ed una capacità di calcolo enorme. Pensate a Johnny 5 del film “corto circuito” o ai robot di IoRobot, fino ad arrivare al tenero ma caparbio Wall-E: robot più o meno umani, con un cervello elettronico invidiabile ed una miriade di gadget.
Con la stessa filosofia, ovvero la capacità di utilizzare sensori e visione artificiale, Tesla ha approcciato al nuovo sistema di guida autonoma e lo fa in grande stile, annunciandone l’installazione su tutte le auto prodotte d’ora in avanti, Model3 compresa.
Tesla Vision ed il suo sistema di Self Driving è basato su di un hardware composto da ben otto telecamere ed un complesso sistema neurale con una potenza di calcolo superiore di ben 40 volte rispetto a quella attuale, capace di una visione ed una sensoristica che nessun pilota umano, nemmeno il più esperto, potrebbe mai avere.
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8 telecamere in totale, radar anteriore, una serie di sensori ultrasonici laterali e l’immancabile gps riportano al computer centrale i dati di “vita reale” nel quale la vettura si muove.
Tre sono le telecamere frontali di cui:
  • WIDE: Una telecamera con obiettivo Fisheye da 120 gradi per vedere semafori, ostacoli sul percorso e oggetti vicini. Particolarmente utile per l’ambito urbano e le manovre a bassa velocità
  • MAIN: Una telecamera principale che copre la maggior parte dello spettro e delle situazioni
  • NARROW: Fornisce una vista focalizzata e più stretta sul campo visivo lontano, utile per le operazioni ad alta velocità
Due telecamere laterali ridondanti, dunque a doppia sicurezza, con visione a 90 gradi provvedono a controllare le vetture di lato, aiutando nelle intersezioni e fornendo informazioni al computer centrale riguardo alle invasioni di corsia
Due telecamere guardano dietro l’auto e si dimostrano indispensabili per il cambio corsia e l’adattamento del veicolo nel traffico
Infine una telecamera posteriore, non la classica telecamera per il parcheggio ma un sistema potenziato, è in grado di collaborare con il sistema per effettuare complesse manovre di parcheggio.
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Il radar rimarrà un elemento chiave nel muso dell’auto: con la capacità di penetrare nebbia, polvere, pioggia e neve è in grado di giocare un ruolo chiave nel vedere gli oggetti davanti a se.
Intorno all’auto una serie di sensori ultrasonici a 360 gradi forniscono un ulteriore appoggio al nuovo sistema ottico.
Per quanto riguarda il sistema software “AutoPilot” già esistente sarà in grado di adattarsi alle condizioni del traffico, potrà cambiare corsia senza l’ausilio del pilota, cambiare addirittura strada in base al percorso, uscire dall’autostrada da sola quando la destinazione è vicina, parcheggiare ovviamente da sola ed entrare ed uscire dal garage. Il software sarà validato entro Dicembre ed inviato alle auto (queste funzioni saranno soggette a validazione da parte delle leggi locali)
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Il nuovo Hardware come Tesla ci ha abituati sarà presente su tutte le nuove vetture mentre il software crescerà ed implementerà nuove funzioni in base ai dati reali raccolti continuamente dalle auto, la flotta Tesla mondiale nella quale gli owners, i proprietari dell’auto, collaborano entusiasticamente al progetto di implementazione e crescita del sogno di Elon Musk, in modo volontario, spesso poco consapevole dei tecnicismi ma sempre aperto a collaborare al progetto.
Ed è sul concetto di community che Musk parla del futuro “Tesla Network”, ovvero la possibilità di mettere in condivisione la propria vettura a guida autonoma quando non ne abbiamo bisogno, guadagnando dallo sharing del proprio veicolo che andrà ad appianare l’investimento fatto. Questa non è una novità: sistemi come Uber o Lift già permettono di farlo, ma Tesla su questo fronte vuole ancora una volta viaggiare da sola.
Come le proprie auto.”
Daniele Invernizzi
Redazione Fleetime.