Fringe Benefit

Fringe Benefit 2020, le nuove modalità di calcolo

Auto aziendali – Come già trattato dalla nostra redazione in un articolo (Cura Italia: curerà anche il Fringe Benefit?)  del mese di Marzo e nell’ottobre 2019, dal 1° luglio 2020 sono cambiate le modalità per calcolare il fringe benefit per le auto concesse in uso promiscuo ai dipendenti. La legge di Bilancio 2020 ha modificato le regole (in vigore dal 1997) inerenti ai veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti, prevedendo nuove percentuali di calcolo che tengono conto delle emissioni di CO2 del veicolo. Di conseguenza, per i veicoli ad alte emissioni CO2 le percentuali su cui si calcola il fringe benefit sono aumentate.

Tegola non evitata

In tutta onestà, in sede di stesura del nostro precedente articolo, si era tutti speranzosi, che, visti i successivi avvenimenti, lockdown, compreso, si potesse evitare e o prorogare tale emendamento che come vedremo, avrà enormi ripercussioni su un comparto, quello delle auto aziendali, dal punto di vista fiscale, già estremamente penalizzante e comunque nettamente non equiparato agli altri paesi (vedi deducibilità dei costi e detrazioni IVA).

Cosa cambia

Per i contratti stipulati a partire dal 1° luglio 2020, per i veicoli di nuova immatricolazione con alte emissioni inquinanti è previsto l’innalzamento delle percentuali di calcolo. La legge n. 160/2019 ha modificato l’art. 51 TUIR, inerente ai veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti, prevedendo nuove percentuali che tengano conto delle emissioni di CO2 del veicolo. Di conseguenza per i veicoli ad alte emissioni aumentano le percentuali su cui si calcola il fringe benefit.

Auto aziendali – Nuove modalità di calcolo

Riprendiamo a beneficio di tutti, le modalità di calcolo. La nuova norma prevede che, fermo restando il riferimento alla percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolata sulla base del costo chilometrico ACI, al netto delle somme eventualmente trattenute al dipendente, la percentuale da applicare sarà la seguente:

– 25% per i veicoli con valori di emissione di CO2 fino a 60g/km;

– 30% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 60g/km ma non a 160g/km;

– 40% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 160g/km ma non a 190g/km;

– 50% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiore a 190g/km.

Inoltre, ferme restando le percentuali indicate per i veicoli con emissioni di CO2 sino a 160g/km, a decorrere dal 2021, per gli altri veicoli ci sarà un ulteriore incremento e precisamente:

– 50% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 160g/km ma non a 190g/km;

– 60% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiore a 190g/km.

Ripercussioni immediate

Le disgrazie, come gli esami, non finiscono mai! Infatti con l’entrata in vigore della nuova normativa, vi sarà una pletora di attori che ne usciranno fortemente penalizzati. In primis i dipendenti delle aziende, che si vedranno trattenere sulla busta paga una percentuale maggiore per il fringe benefit, rispetto a prima. A ruota, le Aziende stesse che dovranno rivedere tutta la “Car Policy” e fare i conti da “Farmacista” per individuare i modelli che rientrano nelle nuove percentuali.

Auto Aziendali – Ritorno al rimborso chilometrico

Non è da escludere che molte aziende, per ovviare al problema, di ordine anche gestionale amministrativo, decideranno di tornare al preistorico “Rimborso Chilometrico Tabelle Aci”, scaricando così il tutto sul dipendente con le possibili conseguenze che lo stesso dipendente, ci faccia un “secondo stipendio” e poi vada in giro con mezzi inquinanti, vetusti, chilometrati, non sicuri e di scarsa rappresentanza.

E le vendite Fleet?

Gli altri attori penalizzati, neanche a dirlo saranno i Concessionari e le Società di Noleggio e con esse tutto il battaglione di Brokers che stanno diventano sempre più parte attiva commerciale, che difficilmente saranno in grado di proporre modelli “extra nuove regole”. Per dirla tutta, togli, togli, i modelli “ok” non saranno tantissimi, in un contesto, dove la scelta dell’auto aziendale da parte del dipendente, è sempre stata una parte del pacchetto retributivo. Pertanto tutti scontenti e relativo rischio di ulteriore penalizzazione sulle immatricolazioni. Oggi molte aziende, stanno allungando il periodo di noleggio, proprio per evitare di dover anche fare i conti con questa nuova situazione, procrastinando il tutto in avanti.

Si poteva evitare?

In un’ottica “green”, anche a livello europeo il progetto era stabilito ormai da tempo, pertanto sarebbe stato impossibile da parte del Governo non applicarlo. Forse, vista la situazione di gravità eccezionale, si sarebbe potuto prorogare la data di partenza almeno a Gennaio 2021, almeno per non togliere altro fiato al mercato Fleet.

 

 

 

Di Gianfranco Cassini