ESG e Tracciabilità

La sostenibilità non è più un optional, ma un prerequisito B2B. I grandi costruttori stanno trasformando i requisiti ESG (Environmental, Social, Governance) in mandati operativi, richiedendo trasparenza totale sulla supply chain per mitigare i rischi etici e geopolitici.

ESG e Tracciabilità – il settore automotive è nel pieno di una duplice crisi: quella della supply chain, esacerbata dalla carenza di chip, e quella della transizione energetica. In questo contesto volatile, i principi di Sostenibilità (ESG) e la Tracciabilità della filiera sono emersi come il nuovo standard di due diligence che gli OEM (Original Equipment Manufacturers) richiedono ai loro fornitori.

La posta in gioco è alta: un’interruzione etica o ambientale in un fornitore di secondo livello può danneggiare l’intera reputazione di un marchio globale.

1. Il Focus sulla Trasparenza e i Minerali Critici

Oggi, i requisiti di sostenibilità imposti dagli OEM si concentrano in modo ossessivo sulla trasparenza dei materiali. Il rifornimento di batterie e componenti chiave espone i costruttori a rischi legati ai “minerali dei conflitti”, al lavoro minorile e all’impatto ambientale.

  • Due Diligence sui Materiali: I fornitori B2B non possono più limitarsi a dichiarazioni generiche. Devono dimostrare una profonda due diligence lungo tutta la catena del valore, in particolare per:
    • Cobalto e Mica: Minerali essenziali per le batterie EV e i componenti elettronici, spesso estratti in contesti a rischio etico.
    • Minerali dei Conflitti: Rame, stagno e altri materiali estratti da aree geopoliticamente instabili.
  • Strumenti di Mappatura (Assent): Per gestire questa complessità, le piattaforme di gestione della supply chain come Assent stanno diventando essenziali. Queste soluzioni permettono ai fornitori di mappare la provenienza di ogni componente, identificando rapidamente i sub-fornitori ad alto rischio prima che potenziali interruzioni etiche, normative o di fornitura si trasformino in crisi pubbliche.

2. La Strategia Sostenibile degli OEM: Da Costo a Leva

I grandi gruppi automobilistici, come Mercedes-Benz e Volkswagen, stanno adottando un approccio strategico che vede la sostenibilità non più come un costo da assorbire, ma come una leva per la competitività e la resilienza operativa.

  • Fabbriche Connesse e Efficienza: L’investimento in “fabbriche connesse” (smart factory) ottimizza l’uso delle risorse, riduce gli sprechi e migliora l’efficienza energetica. Questo non solo abbassa i costi operativi a lungo termine, ma fornisce dati in tempo reale sull’impronta carbonica della produzione, un requisito sempre più richiesto dai clienti B2B per la loro reportistica ESG.
  • Materiali Secondari (Economia Circolare): L’uso crescente di materiali secondari (materiali riciclati o rigenerati) risponde a due esigenze cruciali:
    1. Resilienza: Riduce la dipendenza dalle forniture primarie globali e dalle loro volatili oscillazioni di prezzo.
    2. Impatto Ambientale: Diminuisce drasticamente l’impronta di carbonio del prodotto finale, un elemento chiave per attrarre investimenti istituzionali (fondi ESG) e clienti flotta che richiedono veicoli con un ciclo di vita a basso impatto.

Conclusione: La Sostenibilità è la Nuova Qualità

Per i fornitori automotive, dimostrare la conformità ESG e garantire la tracciabilità non è più un vantaggio competitivo: è il nuovo standard di qualità. Solo le aziende capaci di integrare questi principi nelle loro operazioni e di fornire prove verificabili di due diligence saranno in grado di mantenere e assicurarsi i grandi contratti B2B con gli OEM in questa nuova era della mobilità.

 

Redazione Fleetime