Export Italia

L’export verso i Paesi UE pesa per il 67% (contro il 75% di un anno fa) e la Germania si conferma primo Paese di destinazione in assoluto, prendendo anche, per la prima volta, il posto del Regno Unito come primo mercato per saldo positivo di bilancia commerciale (469 milioni di Euro). In Asia è ancora la Cina a condurre la classifica dei Paesi di destinazione dell’export

Export componentistica automotive – Nel primo semestre 2020, l’export del settore dei componenti per autoveicoli si riduce del 28% rispetto a gennaio-giugno 2019, e ammonta a 8,27 miliardi di Euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, una flessione del 15,3%). Nello stesso periodo, si registra anche un calo delle importazioni della componentistica (-26,7%), per un valore di 5,86 miliardi di Euro. La bilancia commerciale mantiene quindi un saldo positivo di 2,4 miliardi di euro a fine giugno, con un avanzo di 1,44 miliardi di euro nel primo trimestre e 968 milioni nel secondo.

Le esportazioni del settore componenti rappresentano il 4,1% di tutto l’export italiano, mentre le importazioni valgono il 3,3%, quote che salgono rispettivamente al 4,2% e al 3,6% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.
Ricordiamo che il 2019, per la componentistica, si era chiuso con l’export a -2,3%, per un valore di 21,97 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 6,53 miliardi di Euro (-2,7%), a fronte di importazioni per la prima volta in calo (-2,1%) dopo 6 anni consecutivi in crescita.

Export componentistica automotive – le parole di Marco Stella V Presidente Gruppo Componenti ANFIA

La pesante flessione a doppia cifra registrata dalle esportazioni della componentistica nel semestre (-28%) non giunge certo inattesa – dichiara Marco Stella,V Presidente del Gruppo Componenti ANFIA – considerando che il trade (import ed
export) del comparto ha subito un tracollo nei tre mesi del lockdown, ovvero marzo, aprile e maggio, con un picco negativo nel quarto mese del 2020 in particolare con i sei principali Paesi partner dell’Italia (Germania, Francia, Spagna, Polonia, USA e UK) e con problematiche interruzioni delle catene di fornitura.

Nel primo trimestre 2020, i valori complessivi di import ed export sono risultati in calo del 7,2% e del 9,5% rispettivamente, mentre nel secondo trimestre sia l’import che l’export hanno
registrato riduzioni in valore del 46%. Nell’intero semestre, la riduzione degli scambi commerciali con la Germania è del 27%, con la Francia del 29,5%, con la Polonia del 39,5%, con il Regno Unito del 39,5%, con la Spagna del 29% e con gli USA dell’1%. Del resto, nello stesso periodo, l’indice della produzione industriale del settore automotive segna una diminuzione del 35% nell’UE27 allargata a UK, con cali tra il 35% e il 45% in tutti e cinque i major market UK incluso (-40% in Italia).

A gennaio-giugno 2020, in Italia hanno riportato forti ribassi anche la produzione (-38,2%), gli ordinativi e il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori. Nello specifico, gli ordinativi diminuiscono del 30,3%, soprattutto in riferimento al mercato interno (-34,7%; -26,4% i mercati esteri), mentre l’indice del fatturato diminuisce del 32,5%, con un calo del 37,6% per il mercato interno e del 27,9% per i mercati esteri. Nel mese di luglio, gli ordinativi presentano ancora un trend negativo, ma il decremento è contenuto al 3,4% (-0,2% per il mercato interno, -6,4% per il mercato estero).

A partire dal mese di agosto, grazie alle nuove misure di sostegno alla domanda entrate in vigore con il decreto-legge Rilancio e poi con il decreto-legge Agosto, si è per fortuna assistito ai primi segnali di ripresa per il mercato italiano degli autoveicoli, che a settembre vede le vendite di autovetture in rialzo del con il 10%, a beneficio di tutta la filiera automotive italiana, per la quale si prospetta una ripresa graduale (ad agosto l’indice della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori è ancora in flessione del 27,7%), pur in un 2020 che è previsto chiudere il mercato auto attorno a 1,4 milioni di unità (-27% rispetto all’anno precedente) e in cui il calo del fatturato atteso medio delle imprese della componentistica è stimato al 20% circa.

Per continuare ad avanzare lungo l’oneroso percorso di transizione industriale che interessa tutto il settore automotive, la componentistica italiana ha bisogno di condizioni adeguate ad affrontare sfide rese ancora più difficili dalla crisi pandemica
restando competitiva nel panorama globale. Può farlo solo puntando su: investimenti in ricerca e sviluppo e in formazione del capitale umano; sulla crescita dimensionale ed il corretto posizionamento in termini di capacità produttiva; su strategie che
premino innovazione e flessibilità nella risposta alle esigenze dei produttori di autoveicoli e garantiscano la resilienza delle proprie catene del valore; e non senza interventi finanziari mirati a sostenere le imprese”.

 

 

Redazione Fleetime

 

Fonte press ANFIA