Margini Auto OEM: USA ed UE giù al 4,5% per l’avanzata cinese
L’analisi settoriale evidenzia la fine dell’era dei “profitti Covid” e il deterioramento della struttura dei costi in Europa e USA, mentre Pechino capitalizza su catene di valore verticalizzate e prezzi aggressivi.
Margini Auto OEM – Il settore automobilistico globale sta affrontando un’inversione di rotta drammatica nel panorama della profittabilità. Dopo aver goduto di margini record nel biennio 2022-2023, alimentati dalla scarsità di semiconduttori e dall’aumento forzato dei prezzi, gli Original Equipment Manufacturer (OEM) europei e americani stanno registrando un deciso ripiegamento.
Secondo recenti analisi di mercato, i margini operativi medi per i top 30 costruttori mondiali sono tornati a una soglia del 4,5%, ben al di sotto dei picchi registrati durante la crisi della supply chain. Parallelamente, i produttori cinesi mantengono una stabilità di profittabilità, segnalando una profonda divergenza strategica e strutturale.
La fine dei “Profitti Covid”
Il periodo post-pandemico ha visto i costruttori occidentali adottare una strategia di “produci-il-margine-alto“, concentrando la produzione sui veicoli più grandi e accessoriati e riducendo gli sconti. Tuttavia, con la normalizzazione della catena di approvvigionamento e il rallentamento della domanda di veicoli elettrici (EV), questo modello sta collassando:
- Ritorno alla Pressione sui Prezzi: L’eccesso di offerta, unito all’aggressività dei prezzi cinesi, ha costretto gli OEM occidentali a reintrodurre sconti, erodendo direttamente i margini.
- Costi Fissi Aumentati: Gli investimenti massicci e rapidi nella transizione all’elettrico (sviluppo di piattaforme EV dedicate, Gigafactory) hanno gonfiato i costi fissi e di R&D, che ora gravano su volumi di vendita EV inferiori alle aspettative.
- Mix di Prodotto Difficile: La richiesta di veicoli elettrici resta concentrata sui segmenti di fascia alta, lasciando scoperti i segmenti di volume (A e B) dove l’offerta occidentale non riesce a competere con il prezzo.
Il vantaggio strutturale dei cinesi
La stabilità dei margini dei produttori cinesi non è un caso, ma il risultato di un vantaggio competitivo sistemico.
- Verticalizzazione della Catena del Valore: I giganti cinesi come BYD controllano non solo l’assemblaggio, ma l’intera catena di fornitura, dalle batterie (il componente più costoso di un EV) ai semiconduttori e alle materie prime. Questa integrazione garantisce un costo per veicolo nettamente inferiore e margini più resilienti anche in caso di prezzi aggressivi.
- Volumi Domestici: I produttori cinesi beneficiano di un enorme mercato interno che assorbe la maggior parte della loro produzione, consentendo economie di scala che l’Europa, frammentata, non riesce a eguagliare.
- Efficienza Operativa: Il rapido time-to-market e le metodologie di produzione snelle e digitalizzate contribuiscono a contenere i costi operativi in un momento in cui i concorrenti occidentali sono impegnati nella complessa riconversione degli impianti tradizionali.
Margini Auto OEM – conseguenze strategiche per l’Occidente
Il calo dei margini sotto la soglia critica del 5% per la media degli OEM europei e americani solleva serie preoccupazioni finanziarie e industriali.
1. Rischio di Consolidamento e Ridimensionamento: Le aziende con margini bassi avranno meno capitale disponibile per finanziare la costosa transizione EV e la guerra dei prezzi. Questo potrebbe accelerare fusioni, acquisizioni e, inevitabilmente, la chiusura o il ridimensionamento di impianti meno efficienti.
2. Pressione sugli Investimenti EV: L’attrattività degli investimenti in veicoli elettrici potrebbe diminuire, spingendo gli OEM a riconsiderare i tempi di abbandono del motore termico, in linea con le richieste espresse in Italia e in Europa per una maggiore neutralità tecnologica.
3. Necessità di Azioni Geopolitiche: La crescente disparità di costi e profittabilità rafforza la richiesta di dazi o misure correttive in Europa, simili a quelli adottati negli Stati Uniti, per bilanciare il terreno di gioco e proteggere l’industria domestica da quella che viene percepita come una concorrenza sleale sostenuta dallo stato cinese.
In conclusione, il ritorno dei margini occidentali al 4,5% non è solo un dato finanziario, ma il sintomo di una profonda crisi strutturale che minaccia la supremazia industriale dell’Europa e degli Stati Uniti nel settore automotive.
Redazione Fleetime
Fonte AlixPartner
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