La Vespa diventa una moneta d’argento di 5 euro in tre varianti

La Vespa protagonista di una speciale collezione numismatica realizzata dal Poligrafico e Zecca dello Stato. Realizzate in prezioso argento e in tre varianti colore, bianco, rosso e verde che compongono i colori della bandiera italiana. La collezione è disponibile sullo shop online dedicato ai soggetti della collezione Numismatica 2018.

La collezione, era già stata presentata a Roma il 13 dicembre 2019, presso il Ministero dell’economia e delle Finanze.  Le monete da cinque euro sono in argento fior di conio con inserti colorati che mettono in evidenza le forme di Vespa che è raffigurata, sulle due facce, sia nella attuale versione Primavera sia nella sua prima forma, quella che, nella primavera del 1946, dette il via a questa storia – tutta italiana – di successo industriale.

Chi Vespa mangia le mele (storico slogan pubblicitario della vespa)

Sebbene la prima Vespa sia stata brevettata nel 1946, la sua storia può considerarsi iniziata due anni prima con la presentazione del suo progenitore l’MP5 Paperino, così denominato in analogia alla Topolino, la prima auto del popolo; fu concepito nel biellese quando, durante la seconda guerra mondiale, gli stabilimenti di Pontedera vennero trasferiti in Piemonte, luogo ritenuto più sicuro nei confronti dei bombardamenti alleati.

Il Paperino, pur vagamente simile ai futuri modelli di Vespa, presentava un ampio tunnel centrale che gli conferivano un aspetto goffo, tanto da meritarsi l’appellativo di “brutto anatroccolo“; il progetto fu presto accantonato e il modello non venne più prodotto e commercializzato.

Chi diede il nome alla Vespa

L’origine del nome “Vespa“, divenuto in seguito famoso a livello planetario, rimane incerta. Secondo la versione più famosa, esso sarebbe nato da un’esclamazione di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: «sembra una vespa!», per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria che vista dall’alto la rendono somigliante all’insetto, con la parte centrale molto ampia per accogliere il guidatore e dalla “vita” stretta.

È invece priva di fondamento un’altra versione, a lungo sopravvissuta, secondo cui il termine “Vespa” equivarrebbe all’acronimo di Veicoli Economici Società Per Azioni (dato che la Piaggio fu una delle prime società per azioni in Italia e, alcontempo, la Vespa nacque come veicolo per tutti, quindi di primaria importanza era un prezzo basso, adatto alle caratteristiche dell’epoca). Tale ipotesi è stata smentita dai vari esperti del veicolo.

In seguito il termine “Vespa” divenne celebre, tanto da essere conosciuto in tutto il mondo ed essere oggi trattato separatamente dal resto dei marchi appartenenti al gruppo Piaggio.

 

 

 

Redazione Fleetime