Stanziati 250 milioni per 2500 chilometri: dal Gra alla Orte-Mestre

 

Ci sono i droni che si alzano in volo per monitorare i flussi di traffico, le condizioni meteo e i livelli di inquinamento e attraverso le telecamere verificare di continuo lo stato di salute del manto stradale, di ponti e viadotti. Pali piazzati a intervalli regolari diffondono il segnale Wi-Fi, raccolgono le informazioni dai veicoli in movimento e trasmettono a loro volta dati ed informazioni sia ai viaggiatori sia alla centrale del gestore della rete che in questo modo può tenere tutto sotto controllo.

Lo stesso può avvenire via sms o attraverso il sistema di navigazione di bordo di ciascun veicolo, che a sua volta può restituire il proprio feedback al sistema.  In caso di emergenza invece si può attivare il sistema «Sos On Board» e comunicare direttamente con le sale operative dell’Anas comodamente e in tutta sicurezza dall’abitacolo del proprio veicolo senza dover più scendere per raggiungere la colonnina Sos più vicina.
Benvenuti sulle Smart road, le autostrade intelligenti prossime venture destinate di qui a breve a rivoluzionare la mobilità del Paese e, più in là nel tempo, apriranno la strada ai veicoli a guida autonoma. Nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto del ministero dei Trasporti che avvia ufficialmente la sperimentazione delle Smart road. Obiettivo: strade più connesse, attraverso reti a fibra ottica e sistemi wifi, e quindi molto più sicure, ed una miriade di informazioni di servizio e non messe a disposizione degli utenti, che a bordo dei loro veicoli potranno ricevere anche notizie turistiche relative ai territori che si stanno attraversando.

Il piano Smart road, inserito nel programma «Connettere l’Italia» che il ministro dei Trasporti Delrio lascia in eredità al governo che verrà, in prospettiva interesserà tutta la rete autostradale del Paese per un totale di circa 6mila chilometri di rete. Ma in concreto, di qui ai prossimi mesi, la sperimentazione partirà dalla vecchia ed un tempo vituperata Salerno-Reggio Calabria, da poco rimessa a nuovo e ribattezzata A2 Autostrada del Mediterraneo. I primi risultati sono attesi già entro l’anno con i primi 30 chilometri lungo la direttrice Morano-Lamezia Terme messi in rete per poi salire sino a 140 chilometri e quindi arrivare a coprire nel giro di 2-3 anni tutti i 432 chilometri dell’intera A2.

In totale l’Anas per «smartizzare» circa 2500 chilometri della sua rete ha stanziato 250 milioni di euro avviando già da tempo le prime gare per progettare data center e supporti tecnologici, dai droni ai pali di segnalazione/trasmissione. Subito dopo la A2, infatti, gli interventi interesseranno il Grande raccordo anulare di Roma (A90) e l’Autostrada A91 Roma-Fiumicino.

A seguire l’itinerario Orte-Mestre della E45 ed E55, l’Autostrada A19 Palermo-Catania e la Tangenziale di Catania (Ra15). L’intervento su quest’ultima tratta, tra l’altro, fungerà da “braccio operativo” per far decollare un progetto specifico, quello di Catania Smart city. Attraverso i sistemi di comunicazione posti lungo la tangenziale, infatti, i viaggiatori potranno accedere ad una miriade informazioni utili, dai posti liberi nei vari parcheggi della città, agli orari di mostre e musei, alla localizzazione dei servizi più disparati, dagli ospedali alle poste, ai servizi di trasporto pubblico locale. «Grazie alla tecnologia Smart road – spiegano all’Anas – si passa dal concetto di infrastruttura passiva a un moderno sistema che dialoga con gli utenti e i veicoli.

L’obiettivo primario è quello di aumentare i livelli di sicurezza degli utenti ma la Smart Road consentirà anche di annullare virtualmente le distanze e i tempi di viaggio e sarà predisposta per la connettività dei veicoli a guida autonoma». Al riguardo il decreto appena varato ci fa compiere anche in questo campo un altro passo avanti. La legge prevede infatti che da ora in avanti il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, su richiesta e dopo una apposita istruttoria, possa autorizzare istituti universitari, enti di ricerca pubblici e privati e costruttori di veicoli a sperimentare veicoli a guida automatica su alcuni tratte di strade dettando modalità precise e fissando una serie di controlli con l’obiettivo di assicurare che il tutto si svolga in condizioni di assoluta sicurezza.

 

 

Redazione Fleetime