Il protagonista del futuro della mobilità è (quasi) tutto nello  smartphone e nelle App

 

Maggiore sicurezza e minore stress, grazie alla connessione di 250 milioni di veicoli nel mondo che dialogheranno tra loro entro il 2020. È lo scenario descritto dai ricercatori Gartner. Dalla app per smartphone che sostituisce la chiave dell’auto alla mappatura digitale dei parcheggi che evita l’estenuante ricerca di uno spazio libero, ai servizi di sharing.

Partiamo dai parcheggi

Il sistema dei parcheggi <<Community – based Parking>> è già una realtà, i sensori a ultrasuoni del Park Assist System consentono individuare e misurare, durante la marcia, gli spazi tra i veicoli in sosta. I dati vengono a una mappa digitale dei parcheggi, che può essere utilizzata per raggiungere l’area libera. E una volta sul posto, l’auto si parcheggia da sola con il sistema <<automated Valet Parking>> Basta lasciare il veicolo all’ingresso dell’area e premere l’apposito comando sul telefonino: l’auto parte e va a destinazione. Inoltre, basta chiavi e schede magnetiche: oggi è possibile aprire e chiudere le porte dell’auto sempre dal telefonino. E con lo stesso sistema si può co-gestire l’auto in famiglia o in azienda, senza l’assillo di trasferire le chiavi.

Sicurezza in strada

Spesso ci capita di sentire per radio mentre siamo in autostrada di qualcuno che sta viaggiando contromano, incidenti che ci precedono, purtroppo il messaggio non è cosi immediato, apprezziamo assolutamente il servizio che ci viene offerto sempre comunque molto utile.Oggi però con lo smartphone in 10 secondi possiamo ricevere il messaggio di pericolo, ad oggi conosciamo il sistema di Bosh – basato sul cloud – nel caso del guidatore che sta viaggiando contromano riceverà il messaggio che sta viaggiando contromano e anche a tutti quelli che potrebbero incrociarlo nel giro di pochi chilometri.

Previsione tramite App

Tramite delle App si ottengono informazioni sul traffico riguardanti ingorghi e incidenti, le curve più impegnative, l’altimetria, la segnaletica, i limiti di velocità. Ciò permette di farsi un’idea precisa in anteprima del percorso e di adeguare lo stile di guida alla situazione, senza sorprese. (della serie: prevenire è meglio che…).

Mobilità condivisa

Secondo un report di McKinsey, nel 2030 il 10% delle auto sarà condiviso. La transizione è già in corso. La percentuale dei giovani statunitensi con la patente è scesa dal 76% del 2000 al 71% del 2013. Mentre in Nord America e Germania gli utenti dei servizi di car sharing crescono a un ritmo del 30% l’anno. Anche l’Italia viaggia a passo spedito: una ricerca di Euromobility afferma che l’aumento è del 25% anno su anno. E il Rapporto nazionale sulla sharing mobility 2016 , presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, stima a 690mila gli utenti coinvolti.

La mobilità condivisa è in costante crescita ed evoluzione. Sono 18,1 milioni gli italiani che possono usufruire di almeno un servizio di mobilità condivisa (28% della popolazione italiana). Secondo una recente indagine dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort, due cittadini su tre conoscono bene il car sharing o almeno ne hanno sentito parlare e sono disposti ad utilizzarlo principalmente in alternativa agli spostamenti con l’auto di proprietà (54,5% degli intervistati).

I motori di ricerca

Moovit è l’app per la mobilità più diffusa. È una sorta di motore di ricerca per i mezzi pubblici. Combina bus, metro e tram per indicare il percorso più semplice e veloce. Con una caratteristica in più: la community degli utenti può valutare i percorsi, fornire informazioni in tempo reale e segnalare eventuali alternative.

Car sharing e carpooling

Le abitudini stanno cambiando. E un contributo arriva proprio dai servizi digitali. EnJoy e car2go, dopo un abbonamento, consentono di rintracciare l’auto libera più vicina, di prenotarla, aprirla grazie a un codice e pagarla in base al tempo di utilizzo. Per percorsi più ampi, meglio optare per sevizi pensati ad hoc, come il carpooling di BlaBlaCar. In questo caso, le auto non sono di un gestore, ma di un utente privato. Il proprietario dell’auto mette a disposizione i posti liberi nella propria vettura, indicando data, punto di partenza e di arrivo.

 

 

 

Redazione Fleetime.