Degrado Batterie PHEV

L’usura non è costante, come produttore e uso quotidiano influenzano la vita della tua batteria ibrida plug-in

Degrado Batterie PHEV – La preoccupazione per la longevità delle batterie è uno dei maggiori freni psicologici all’adozione dei veicoli elettrificati. Fino a poco tempo fa, si tendeva a credere che il degrado fosse un processo lineare e prevedibile, dettato principalmente dal numero di cicli di ricarica e dall’età del veicolo.

Un recente e approfondito studio condotto sull’affidabilità delle ibride ricaricabili ha smentito questa ipotesi, rivelando che la perdita di capacità (degradazione) della batteria non segue affatto una curva costante. Al contrario, l’usura varia in modo significativo in base a due fattori principali e interconnessi: il produttore del veicolo e la modalità di utilizzo da parte del guidatore.

1. Il fattore Produttore: la battaglia del Thermal Management

Il principale elemento che differenzia un PHEV dall’altro in termini di longevità della batteria è l’ingegneria del sistema. I produttori adottano strategie radicalmente diverse per proteggere le celle, in particolare per quanto riguarda la gestione termica.

  • Sistemi di Raffreddamento Passivi vs. Attivi: I costruttori che investono in sofisticati sistemi di gestione termica attiva (tipicamente raffreddamento a liquido) mostrano tassi di degrado notevolmente inferiori nel lungo periodo. Mantenere la batteria nella sua finestra di temperatura ideale (spesso tra 20°C e 35°C) minimizza lo stress chimico, specialmente durante la ricarica rapida o l’uso intensivo in climi caldi.
  • Buffer di Capacità (SoC Buffer): Un’altra mossa ingegneristica cruciale è il “buffer” di capacità. Molti produttori non permettono mai al guidatore di caricare la batteria al 100% o di scaricarla completamente allo 0% indicato. Questo margine di sicurezza (ad esempio, caricare fino al 90% reale e scaricare fino al 15% reale) preserva la chimica delle celle, anche se riduce leggermente la capacità utilizzabile. La dimensione e l’efficacia di questo buffer variano enormemente tra i diversi marchi.

Di conseguenza, due PHEV di produttori diversi, acquistati nello stesso momento, possono mostrare degradi molto diversi dopo tre anni, semplicemente a causa delle decisioni ingegneristiche prese in fase di progettazione.

2. Il fattore utilizzo: PHEV come EV o come ibrido?

La seconda variabile più influente è il modo in cui l’utente interagisce con il veicolo plug-in. L’essenza di un PHEV è la sua doppia natura, ma questa dualità può accelerare o rallentare l’usura della batteria.

Scenario d’UsoDescrizione e impatto sul degrado
Uso Ottimale (EV Priority)L’auto viene ricaricata regolarmente e l’utente compie la maggior parte dei tragitti in modalità puramente elettrica, mantenendo lo Stato di Carica (SoC) in un intervallo medio (es. 20-80%). Questo scenario minimizza il degrado.
Uso Non Ottimale (ICE Priority)L’utente non ricarica l’auto e utilizza il PHEV come un ibrido tradizionale. La batteria viene costantemente ciclicizzata da basse percentuali (es. 10%) per brevi riprese del motore termico. Questo stress da cicli brevi e profondi può accelerare la degradazione.
Ricariche Frequenti al 100%Caricare la batteria al 100% e lasciarla parcheggiata per lunghi periodi (ad esempio, durante la notte) aumenta lo stress chimico. Anche in questo caso, la strategia software del produttore gioca un ruolo nel mitigare questo effetto.

Lo studio suggerisce che i guidatori che trattano il loro PHEV come un veicolo elettrico (ricaricando spesso e sfruttando al massimo l’autonomia EV) godono di una salute della batteria significativamente migliore rispetto a coloro che si affidano quasi esclusivamente al motore a combustione interna (ICE).

Conclusione: l’ibrido Plug-in come scelta personalizzata

La variabilità del degrado delle batterie PHEV ci insegna due cose fondamentali: primo, il “segreto” della longevità non risiede solo nella chimica della batteria, ma nell’intelligenza del sistema di gestione elettronica e termica implementato dal produttore. Secondo, il guidatore ha un impatto diretto e misurabile sulla durata del suo pacco batterie.

Per chi sta valutando l’acquisto di un PHEV, è cruciale non solo considerare l’autonomia dichiarata, ma anche ricercare informazioni sul sistema di raffreddamento del produttore e impegnarsi ad adottare buone abitudini di ricarica per massimizzare la vita utile del proprio investimento.

 

Redazione Fleetime

 

Fonte ADAC in collaborazione con la società di diagnostica delle batterie Aviloo