Divieto Auto Termiche 2035

La Germania e l’Italia Riusciranno a Smuovere Bruxelles? Il Futuro di Benzina e Diesel È Sospeso

Divieto Auto Termiche 2035 – l settore automobilistico europeo è piombato in una nuova fase di incertezza. La Commissione Europea ha rinviato la decisione finale sull’attesissimo pacchetto normativo che avrebbe dovuto sigillare il destino dei motori a combustione interna. La decisione, inizialmente prevista per il 10 dicembre, che riguarda la revisione degli standard CO2 e la conferma del divieto di vendita di nuove auto termiche nel 2035, è stata posticipata. Ma non si tratta di una semplice questione burocratica: è il chiaro segnale che il dibattito è tutt’altro che chiuso.

Il Mercato nella Nebbia: Chi Vantaggia e Chi Perde

Questo rinvio è, di fatto, una vittoria temporanea per i Paesi e le case automobilistiche che spingono per una maggiore flessibilità. L’incertezza, tuttavia, è veleno per gli investimenti.

  • Vantaggio Temporaneo per la Flessibilità: Stati come Germania e Italia hanno esercitato una forte pressione per garantire una “neutralità tecnologica”. Questo significa che vogliono un riconoscimento ufficiale per le tecnologie alternative, come gli e-fuel (carburanti sintetici) e i biocarburanti. Se la Commissione dovesse accogliere queste richieste, si aprirebbe un varco che permetterebbe ai motori a combustione di sopravvivere anche dopo il 2035, purché alimentati da carburanti “carbon neutral”.

  • Rischio per i Costruttori Elettrici: Chi ha già investito miliardi nell’elettrico puro (pensiamo a Tesla, ma anche a giganti europei che hanno scommesso forte) si trova ora a dover gestire uno scenario meno chiaro. Ogni rinvio o deroga al 2035 rallenta l’adozione di massa dell’elettrico e rende meno sicuro il ritorno su quegli enormi investimenti.

Il Nuovissimo Termine e l’Agenda Politica

La nuova data provvisoria per la decisione è stata fissata per Martedì 16 Dicembre. Tuttavia, le continue manovre politiche suggeriscono che anche questo termine potrebbe slittare, portando il dibattito nel nuovo anno.

Il gioco è complesso: da un lato, l’UE deve mantenere i suoi ambiziosi obiettivi climatici (Fit for 55); dall’altro, non può permettersi di mettere in ginocchio l’industria automobilistica, un pilastro dell’economia europea, né di ignorare le esigenze delle filiere che producono componentistica per motori termici.

In conclusione, la mossa di Bruxelles è più di un semplice rinvio: è una presa d’atto che la transizione energetica non può essere imposta solo per decreto. La battaglia tra l’elettrico puro e la “neutralità tecnologica” è al culmine, e l’esito influenzerà non solo quali auto guideremo, ma anche il destino economico di milioni di lavoratori europei.

Redazione Fleetime

Fonte Indiscrezioni raccolte da agenzie di stampa specializzate