Multe auto 2025: attenzione alla doppia sanzione.
Non basta pagare la multa, la mancata comunicazione dei dati del guidatore può costare centinaia di euro in più ma, ci possono essere delle soluzioni
Multe auto 2025 – ricevere una multa stradale è sempre spiacevole, ma in alcuni casi la situazione può complicarsi ulteriormente. Se l’infrazione commessa prevede anche la decurtazione dei punti dalla patente, al proprietario del veicolo viene richiesto di identificare la persona che si trovava alla guida al momento dell’accaduto. Ignorare questa richiesta, o dimenticarsi di rispondere, espone a un rischio che pochi conoscono: una seconda e ben più salata sanzione.
L’Obbligo di Comunicazione: Dalla Multa ai Punti
La legge è chiara: a stabilire l’obbligo di fornire i dati del conducente è l’art. 126 bis del Codice della strada. L’obiettivo è che i punti vengano decurtati al vero responsabile dell’infrazione. Se l’organo di polizia non ha potuto identificare il conducente al momento della violazione, il proprietario del veicolo (o chi è obbligato in solido) deve fornire i dati personali e della patente di chi era al volante entro sessanta giorni dalla notifica del verbale. Al proprietario resta solo l’onere di pagare la multa, ma l’identificazione del guidatore è un passaggio fondamentale per la decurtazione dei punti.
Il rischio della doppia sanzione
La mancata comunicazione di questi dati, senza un “giustificato e documentato motivo”, fa scattare una seconda sanzione amministrativa. L’importo, sempre in base all’art. 126 bis, può variare da 291 a 1.166 euro. Un costo aggiuntivo non indifferente, che si somma a quello della multa originaria e che serve a punire l’omissione.
La Sentenza “Salva-Memoria”: quando “Non Ricordo” è una Giustificazione
Cosa succede, però, se il proprietario del veicolo dichiara di non ricordare o di non conoscere l’identità del conducente? In un caso come questo, una sentenza della Corte Costituzionale (n. 165 del 2008) ha stabilito un principio fondamentale: l’obbligo di ricordare non è assoluto. I giudici hanno infatti sancito che nessuno può essere costretto a fornire dati contro la propria volontà, a patto che ci sia una ragione giustificata e documentata per l’omissione.
Affermare un semplice “non ricordo” non basta, ma si è sollevati dalla seconda sanzione in determinate circostanze:
- Ritardo nella notifica: Se il verbale arriva con un ritardo tale da rendere impossibile risalire a chi guidava in quel momento, il proprietario può motivare la sua impossibilità a ricordare.
- Veicolo a uso promiscuo: Un motivo valido può essere anche il caso in cui l’auto è utilizzata regolarmente da più familiari o colleghi di lavoro. In questo scenario, risalire al responsabile può essere oggettivamente difficile.
- Furto del veicolo: Naturalmente, se l’infrazione è avvenuta durante un furto, è necessario aver sporto regolare denuncia per giustificare l’impossibilità di fornire i dati.
In sintesi, la legge impone di comunicare i dati del conducente, ma offre una via d’uscita a chi non può farlo per ragioni oggettive. La chiave sta nel motivare la propria “amnesia” con fatti concreti e documentabili, per evitare che un’innocente dimenticanza si trasformi in una seconda, salatissima multa.
Redazione Fleetime
Fonte WEB
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