Flotte elettriche 2030: ANIASA frena la proposta europea
L’associazione di categoria ANIASA solleva perplessità sulla proposta europea, rischi di distorsione del mercato, sfide infrastrutturali e possibili ripercussioni sulla transizione ecologica.
Flotte elettriche 2030 – l’unione Europea, nel suo percorso verso la decarbonizzazione, sta valutando la proposta di imporre alle flotte a noleggio e alle flotte aziendali l’acquisto esclusivo di veicoli a zero emissioni a partire dal 2030. L’obiettivo è ambizioso: accelerare in modo significativo la transizione green, partendo da un settore che ha una notevole capacità di influenzare il mercato. Tuttavia, questa potenziale normativa solleva dubbi e preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, con ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e dei Servizi Automobilistici) che si è espressa apertamente contro un’imposizione così rapida e vincolante.
Le sfide logistiche e infrastrutturali
Uno dei nodi cruciali del dibattito, e un’obiezione sollevata con forza da ANIASA, riguarda la preparazione dell’infrastruttura di ricarica. Sebbene la rete di colonnine sia in espansione, la sua crescita non è ancora allineata alla domanda che un’intera flotta di veicoli elettrici richiederebbe.
- Pressione sulla rete: Un massiccio e repentino passaggio all’elettrico per le flotte a noleggio metterebbe sotto forte pressione l’infrastruttura esistente, specialmente nei centri urbani e nelle aree turistiche, rischiando di creare disservizi e difficoltà nella gestione della ricarica dei veicoli.
- Complessità per il cliente: Per il consumatore, la gestione della ricarica in una zona sconosciuta o durante un viaggio può rappresentare un ostacolo, con il rischio di influenzare negativamente l’esperienza di noleggio e, di conseguenza, la percezione generale della mobilità elettrica.
Gli impatti economici sul settore
L’imposizione di un obbligo di acquisto esclusivo di veicoli elettrici comporterebbe un significativo impatto economico per le società di noleggio, una preoccupazione centrale per ANIASA.
- Aumento dei costi di gestione: I veicoli elettrici hanno un costo di acquisto più elevato rispetto ai modelli a combustione interna. Questo, unito ai maggiori oneri assicurativi e agli investimenti necessari per le infrastrutture di ricarica private, potrebbe tradursi in un aumento delle tariffe di noleggio per i clienti finali.
- Rischi per le imprese: Secondo l’associazione, un’accelerazione così brusca potrebbe minacciare la sostenibilità economica delle società di noleggio, in particolare per le realtà più piccole, che potrebbero non avere le risorse finanziarie per affrontare un cambiamento così radicale e rapido.
Il paradosso della transizione forzata
Il punto più delicato sollevato da ANIASA riguarda il rischio che un’elettrificazione forzata possa rallentare, anziché accelerare, la transizione ecologica complessiva del parco auto.
- Distorsione del mercato: L’associazione sostiene che un divieto di acquisto di veicoli termici per il noleggio creerebbe una disparità con il mercato dei privati, che continuerebbe a preferire queste auto. Questo potrebbe spingere i consumatori a tenere più a lungo i propri veicoli inquinanti, anziché noleggiare o acquistare modelli più moderni ed efficienti.
- Proposta di neutralità tecnologica: Invece di un obbligo, ANIASA auspica un approccio basato sulla neutralità tecnologica, che consenta al settore di continuare a fungere da motore per l’adozione delle nuove tecnologie in base alle effettive esigenze del mercato e alla disponibilità di infrastrutture adeguate.
In conclusione, la transizione ecologica è un obiettivo comune, ma la sua efficacia dipende dalla capacità di procedere in modo sinergico e sostenibile. Un approccio che si basi sulla neutralità tecnologica, supportato da incentivi mirati e da un’infrastruttura robusta, potrebbe rivelarsi più efficace di un obbligo imposto, permettendo al mercato e ai consumatori di adattarsi in modo organico e virtuoso.
Redazione Fleetime
Fonte web
Lascia un commento