Mazda Kiyora, concept car elettrica presentata nel 2008

 

“EV Common Architecture Spirit”  La nuova joint venture Toyta Mazda e Denso per una piattaforma modulare per auto elettriche.

Alleanza industriale iniziata nel 2015 insieme a Denso fornitore di componentistica automotive. le tre multinazionali hanno messo in piedi una joint venture tutta giapponese per lo sviluppo di veicoli elettrici, denominata “EV Common Architecture Spirit Co”. L’obiettivo è progettare una piattaforma costruttiva modulare (utilizzabile per veicoli di varie dimensioni) e componentistica per auto a batteria.

I nuovi Accordi fra Toyota e Mazda arriva a seguire del concordato di reciproca partecipazione azionaria, una collaborazione tecnica (inclusa quella sulle EV) e un investimento congiunto di 1,6 miliardi di dollari per costruire uno stabilimento produttivo in Usa da 300 mila veicoli l’anno, con 4 mila nuovi posti di lavoro. Accordi che serviranno a generare le indispensabili economie di scala necessaria per lo sviluppo tecnologico della mobilità elettrica.

Toyota in particolare è leader mondiale nella tecnologia ibrida (quella che abbina il propulsore endotermico all’elettrico) ed è fra le pochissime a credere nelle potenzialità dell’auto a idrogeno (che invece utilizza le pile a combustibile, che generano elettricità grazie a una reazione chimica fra idrogeno e ossigeno); mentre Mazda crede ancora fermamente nella possibilità di rendere più efficienti i suoi propulsori a benzina, gli stessi che sta tentando di far funzionare quasi come un motore diesel con la tecnologia Skyactiv-X.

Tuttavia le due compagnie devono fare i conti con le crescenti restrizioni governative sulle emissioni inquinanti: lo scandalo dieselgate ha inevitabilmente accelerato il processo di “elettrificazione” della mobilità su ruote e città come Londra Parigi (e forse anche la California), sono pronte a bandire le auto a benzina già nel 2040. Da qui la necessità di accelerare l’affinamento delle automobili a batteria e condividere i costi di sviluppo e progettazione: non a caso l’alleanza giapponese rimane aperta ad altri investitori o costruttori che siano interessati a farne parte. Una sorta di  “banca organi” a cui Mazda e Toyota potranno attingere pur rimanendo completamente libere nelle scelte relative allo sviluppo del prodotto finale.

Inizialmente la EV Common Architecture Spirit Co avrà al suo servizio 40 ingegneri selezionati fra le tre aziende nipponiche, mentre la presidenza sarà affidata a Shigeki Terashi, vice presidente esecutivo di Toyota. Quest’ultima deterrà il 90% della joint venture, mentre Mazda e Denso si spartiranno equamente il rimanente. Toyota aveva già dichiarato lo scorso anno la volontà di impegnarsi sulle auto a emissioni zero, creando al suo interno l’EV Business Planning Department, presieduto da Akio Toyoda in persona, numero uno del gigante asiatico delle 4 ruote e discendente diretto del fondatore.

I propositi green di Toyota passano anche per la Cina, dove la marca vuole iniziare a commercializzare vetture elettriche entro i prossimi 5 anni. Nel 2020 è invece atteso l’arrivo in produzione delle batterie “allo stato solido”, che promettono di maggiorare l’autonomia e rendere i tempi di ricarica estremamente veloci. Dal canto suo Mazda vorrebbe mettere a listino la sua prima EV nel 2019: e ora con questi nuovi accordi i presupposti per centrare il target sembrano più favorevoli.

 

 

 

Redazione Fleetime