BMW e Jaguar Land Rover – I prossimi motori a quattro, sei e forse anche a otto cilindri e la piattaforma a trazione anteriore di alcuni prossimi modelli di Jaguar e Land Rover saranno forniti da Bmw.

La cooperazione tra Bmw e Jauguar Land Rover sembra quindi destinata ad ampliarsi. In giugno i due gruppi avevano reso noto l’accordo sullo sviluppo di tecnologie a supporto della mobilità elettrica, un fronte sul quale al dimissionario Ceo del gruppo bavarese, Harald Krüger, sembra essere stato contestato un approccio troppo “tiepido” (e, infatti, dal 18 agosto gli subentra Oliver Zipse).

La potenziale estensione dell’intesa riguarderebbe in particolare il segmento delle compatte, nel quale, ipotizza Autocar, potrebbe rinascere un modello che porta un nome mitico: Land Rover Freelander.

La realtà è che JLR ha chiuso il secondo trimestre con un rosso di 425 milioni di euro e malgrado Bmw abbia archiviato il primo semestre 2019 in attivo, le contestazioni europee per il cosiddetto “cartello dell’auto” e i relativi accantonamenti hanno comportato l’erosione dell’Ebit (da 9,2 al 2,8%).

Entrambi i gruppi rischiano di dover pagare un tributo molto alto al possibile “no deal” della Brexit (nel Regno Unito la produzione ha subito una contrazione del 21% tra gennaio e giugno con 360 milioni di di maggiori costi a carico dei costruttori). E sullo sfondo ci sono sempre i dazi minacciati da Trump.

Se l’accordo ipotizzato dalla stampa si concretizzasse, JLR otterrebbe i motori Bmw che affiancherebbe alla propria gamma Ingegnium. Ma, soprattutto, potrebbe disporre dell’architettura tedesca Ukl sulla quale nascono sia la Serie 1 sia le Mini.

La piattaforma dovrebbe consentire lo sviluppo (che sarebbe già cominciato) di un Suv e di un crossover a marchio Jaguar, ma anche della Land Rover Discovery Sport e della prossima generazione della Range Rover Evoque.

Dalle indiscrezioni non si intuisce quale sia la contropartita per Bmw, che negli ultimi anni ha attivato numerose cooperazioni, delle quali la più importante è senz’altro quella con Daimler sulla guida autonoma e sui servizi alla mobilità, che ha condotto alla fusione tra i due servizi di car sharing DriveNow e Car2go.

 

 

 

 

Redazione Fleetime

 

 

Fonte Autocar