Europa Automotive 2022

Il mercato auto in Europa è ancora in rosso, conforta la crescita continua, da “recuperare” 780 mila veicoli persi in 10 mesi – UNRAE chiede una politica di infrastrutture, incentivi e riforma del fisco.

Europa Automotive 2022 – Ottobre positivo per il mercato dell’auto in Europa (UE più Regno Unito e EFTA) e terzo mese consecutivo di recupero dei volumi delle immatricolazioni, che hanno segnato +14,1% con 910.753 unità contro le 798.505 di ottobre 2021. Nei primi dieci mesi il conto è ancora in rosso, con 9.181.660 immatricolazioni, pari a -7,8% e a un deficit di circa 780.000 veicoli rispetto a 9.960.682 unità registrate a gennaio-ottobre 2021.

Anche nei cinque Major Markets d’Europa il dato di ottobre è in crescita, e va dal +5,5% della Francia, al +11,7% della Spagna, +14,6% dell’Italia, +16,8% della Germania, fino al notevole +26,4% del Regno Unito. Nel cumulato dei primi 10 mesi però tutti sono ancora col segno negativo, e l’Italia (-13,8%) resta fanalino di coda, dietro a Germania (-5,5%), Regno Unito (-5,6%), Spagna (-5,8%) e Francia (-10,3%). Il nostro mercato conserva comunque il quarto posto per numero di immatricolazioni sia nel mese che nel periodo.

Per quanto riguarda i veicoli “alla spina” (ECV), l’Italia si distingue anche a ottobre come ultimo mercato fra i cinque grandi, con una quota dell’8,3% sul totale immatricolato nel mese, che si confronta con il 32,5% della Germania, il 22,4% della Francia, il 21,4% del Regno Unito e il 10,1% della Spagna.

Nel confronto tra i vari paesi sullo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica è da segnalare che, secondo i dati pubblicati da UNRAE sul numero dei punti di ricarica pubblici ogni 100 km di strade (calcolati sulla base dei dati di EAFO e ERF), l’Italia si colloca in 14a posizione nel ranking europeo, con 6,1 punti di ricarica contro gli 8,2 della media europea.

Europa Automotive 2022 ottobre 

Secondo Cardinali, “per favorire la decarbonizzazione, in linea con il principio di neutralità tecnologica, è necessaria in primo luogo una concreta politica per le infrastrutture pubbliche e private – sia per la ricarica elettrica che per il rifornimento di idrogeno – prevedendo fondi e sgravi fiscali sostanziosi, un dettagliato programma temporale di sviluppo, una capillarità adeguata ed omogenea su tutto il territorio italiano”.

“Inoltre – aggiunge – occorrono misure mirate a mantenere e potenziare gli incentivi all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante fino al 2026 a favore di privati e aziende in ragione delle fasce di emissioni di CO2, prevedendo un contributo anche per i redditi meno elevati. E occorre anche rivedere l’impianto fiscale per l’auto aziendale in uso promiscuo, attraverso una revisione della detraibilità Iva e della deducibilità dei costi, basando anch’esse sulle emissioni di CO2”.