Mobilità sostenibile

 

I possibili target normativi di emissione di CO2 per il 2030, attualmente in fase di discussione, potranno essere raggiunti solo se una quota significativa di BEV (veicoli elettrici a batteria) sostituirà le auto piccole e di PHVE (ibride plug-in) sostituirà le auto grandi.

Nel tempo il prezzo di acquisto dell’auto elettrica e il prezzo delle batterie si ridurrà e così il differenziale con le auto tradizionali.

Secondo lo studio di Alix Partners, le auto elettriche di piccole dimensioni potrebbero dunque diventare sempre più convenienti a partire dal 2020 ed entro il 2030 conseguire una quota del mercato significativa, così il mercato delle 19 auto ibride e plug-in, se il costo delle batterie calerà e le infrastrutture di ricarica si diffonderanno. Il mercato delle auto diesel si ridurrà progressivamente, mentre il calo delle auto a benzina sarà più contenuto rispetto a quello delle auto diesel.

Se si analizzano gli interventi sull’elettrico di due paesi europei, Norvegia e Paesi Bassi, è evidente che il sostegno economico dei Governi alla diffusione dell’auto elettrica e delle infrastrutture di ricarica è alla base dello sviluppo del mercato. Il Governo della Norvegia ha messo in campo iniziative a favore dell’elettrico a partire dagli anni ’90. Il Governo dei Paesi Bassi, oltre ad incentivare l’acquisto di veicoli elettrici, ha reso molto oneroso l’acquisto di auto a combustione interna, ma bisogna tener conto che la politica olandese è resa possibile grazie ad un trasporto pubblico locale efficiente e ad un modello di mobilità sostenibile, che comprende una quota notevole di spostamenti a piedi e in biciletta, soprattutto nei centri urbani.

Nel 2015, in Olanda, gli incentivi all’acquisto in scadenza alla fine dell’anno, hanno determinato nell’ultimo trimestre, il tipico effetto di anticipazione agli acquisti, contribuendo al calo consistente delle vendite di auto ECV nel 2016. Nei primi 6 mesi del 2017, il mercato delle auto a batteria è nuovamente esploso (+168% nel 2° trimestre 2017), con il raddoppio delle vendite nel periodo gennaio-giugno, +118%; invece il mercato olandese dell’ibrido plug-in registra un calo semestrale del 78%.

In Norvegia e Paesi Bassi, dove circolano rispettivamente 2,6 e 8,4 milioni di auto e i cittadini hanno un reddito pro-capite alto, l’intervento pubblico è in grado di incidere di più rispetto a paesi che hanno invece parchi auto molto voluminosi.

immatricolazioni auto elettriche - mobilità elettrica

Mobilità sostenibile, Il passaggio ai veicoli elettrici richiede un sostegno pubblico importante.

Pensiamo a quale impegno economico dovrebbe sostenere lo Stato italiano per incentivare, in modo significativo, lo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici. Il parco auto italiano ha oltre 37,9 milioni di auto circolanti, un’altissima densità di circolazione, un uso dell’auto nei centri urbani superiore alla media di molte città europee e un trasporto pubblico non omogeneo su tutto il territorio e spesso “non alternativo” al mezzo privato. In Italia potrebbero essere sostenute da subito tutte quelle iniziative che promuovono la mobilità elettrica nel settore pubblico (sostituzione dei veicoli a combustione interna con veicoli elettrici; il parco della PA è di oltre 311mila auto, di cui solo il 6,1% ad alimentazione alternativa, che include appena lo 0,3% di auto elettriche), nei servizi privati (noleggio e car sharing) e che facilitino l’acquisto di veicoli elettrici dei residenti e degli operatori nelle aree turistiche con un alto valore naturalistico (per esempio le isole, dove le distanze sono brevi, contribuendo ad accrescere il “valore ambientale del luogo”).

La tecnologia deve ancora migliorare sotto vari aspetti perché i consumatori scelgano l’elettromobilità in maniera diffusa, occorre aumentare l’autonomia di marcia e ridurre i tempi di ricarica, oltre ai costi dell’acquisto del veicolo. Nella valutazione della soluzione «elettrica» della mobilità occorre anche considerare le emissioni per la produzione di elettricità destinata alle auto; sviluppare il mix energetico; sviluppare le infrastrutture. Mentre localmente la motorizzazione elettrica non produce emissioni (città), l’effetto well to wheel dipende dal mix energetico. La carbon footprint dipende dal mix energetico di produzione di elettricità per le batterie e dalle perdite durante la trasmissione e l’immagazzinamento della potenza elettrica. Le emissioni well to wheel di un’auto elettrica variano quindi dal mix energetico di ogni nazione.

Il potenziale delle fonti di energia rinnovabili per alimentare i veicoli elettrici potrà contribuire ad una notevole de-carbonizzazione del settore dei trasporti su strada e ad una migliore efficienza nell’utilizzo delle risorse. L’integrazione dell’ulteriore domanda di energia causata da veicoli elettrici rappresenta una sfida per la gestione di sistemi di alimentazione a livello locale, nazionale ed europeo. I veicoli elettrici richiederanno produzione di energia elettrica supplementare che, in assenza di investimenti coordinati, potrebbero stressare le infrastrutture elettriche.

Mobilità sostenibile guida connessa e automatizzata

Se la mobilità elettrica può risolvere il problema dell’inquinamento, non risolve quello della congestione del traffico e dei parcheggi e in aggiunta il suo sviluppo dipende dall’infrastruttura capillare necessaria per un parco auto di «proprietà».

La progressiva applicazione di funzionalità che integra servizi di mobilità connessa può già oggi essere introdotta su tutte le auto, incluse quelle tradizionali (ICE) e adottata dai servizi di car sharing e il suo sviluppo ha le potenzialità per “accompagnare” la realizzazione di auto a guida autonoma.

Questa evoluzione può attrarre una parte degli utilizzatori dei mezzi pubblici, che potrebbero usufruire di un servizio «door to door» efficiente e ad un costo più contenuto rispetto all’auto di proprietà. Potrebbe rappresentare la transizione verso la mobilità on demand con flotte di auto a guida autonoma, elettriche e condivise (in sharing, o peer-to peer per le auto d proprietà). Questo modello potrebbe ridurre il 30% dei passeggeri, che utilizzano il trasporto pubblico.

Redazione Fleetime

Fonte: Ufficio stampa ANFIA