Fatti successi

 

La domanda sorge spontanea, ma tra un po di anni, quando la guida autonoma sarà diffusa, gli agenti a chi chiederanno: FAVORISCA PATENTE E LIBRETTO  !

Un agente statunitense ha fermato una Google car perché andava troppo piano.

Siamo abituati a pensare alle multe per eccesso di velocità… Non per eccesso opposto. A quanto pare però, la Google Car conquista anche questo primo primato:

l’auto a guida autonoma multata perché, a causa della bassa velocità (38 km/h a fronte di un limite di 56 km/h), intralciava il traffico. È successo negli USA, nell’area di Mountain View dove Google sta testando la vettura. Il passeggero a bordo, che ovviamente non era effettivamente ai comandi della vettura, si è visto contestare l’infrazione.

Questo è l’ironico commento che giunge da Google+, nel canale ufficiale degli sviluppatori del veicolo (certo, non avrebbero scritto su Twitter o su Facebook). Ma come mai è stata commessa questa infrazione, e quindi comminata la multa? Vogliamo che le nostre auto diano la sensazione di tutelare dai pericoli dell’alta velocità, piuttosto che la potenza di chi sfreccia indiscriminatamente per le strade, rischiando di creare allarme e spavento.

Un’idea di sicurezza, più che di rapidità. Il principio dell’auto a guida autonoma è d’altronde questo, il garantire un netto miglioramento della sicurezza sia per gli occupanti del veicolo che per i pedoni in strada. E per quanto innegabile sia che più un’auto va veloce e più è difficile controllarla – e più aumentano ovviamente gli spazi di frenata.

Google imposta a 25 miglia all’ora la velocità delle sue vetture autonome per motivi di sicurezza.

«Dopo 1,2 milioni di miglia di guida autonoma – conclude il post – che è l’equivalente umano di 90 anni di esperienza di guida, siamo comunque orgogliosi di dire che non eravamo mai stati multati».

 

 

Redazione Fleetime