Barometro Arval 13esima edizione 2018, il noleggio a lungo termine internazionale gode di ottima salute

Presentazione ufficiale, presso la sede di Arval ad Assago, dei risultati della 13esima edizione del barometro, lo studio sulle flotte aziendali elaborato a livello internazionale in 12 dei 29 pesi in cui è presente l’azienda. Padroni di casa Emmanuel Lufray, direttore business Engineering & Organization, e Sonia Angelelli, head of Consulting & CVO: “

Oggi il mercato del noleggio a lungo termine è in crescita, registriamo un 13% in più rispetto all’anno scorso – esordisce Emmanuel Lufray – si tratta di un trend positivo per varie ragioni, in particolare per le iniziative ai privati che si stanno portando avanti; ed è anche per questo che il mercato cresce maggiormente rispetto agli acquisti dei privati, in calo in maniera significativa”. 

Noleggio a lungo termine, un mercato florido

La quota mercato del noleggio si assesta intorno al 14%. Ma come sta Arval? “Piuttosto bene, siamo in anticipo sugli obiettivi e leader di mercato con una flotta gestita superiore a tutti gli altri competitors. Ci interessa crescere in termini di flotta, puntiamo ai 200mila veicoli prima della fine dell’anno”. Gli fa eco Sonia Angelelli,

che presenta l’iniziativa del barometro: “Abbiamo completato 3.718 interviste, di cui 300 in Italia, in 12 paesi differenti; e abbiamo cercato di capire quali sono le previsioni dei fleet manager sul mercato, cosa pensano dello stesso, quali servizi utilizzano e il loro atteggiamento nei confronti del WLTP”.

L’ottimismo dei fleet manager

Quello che risalta è l’ottimismo dei fleet manager, che alla domanda se i veicoli in flotta aumenteranno registrano un delta del 13% (diminuirà 5%, aumenterà 18%), in crescita sul 2017 (+12%); il 98% degli intervistati, inoltre, dice che almeno una persona nella propria azienda gestisce la flotta, a riprova che lentamente si sta

passando dalla figura del fleet manager a quella del mobility manager: “La ricerca evidenza inoltre quelle che sono le necessità dei fleet manager e gli strumenti che utilizzano – prosegue ancora Sonia Angelelli – il 19% gestisce la flotta in outsourcing, mentre solo il 13% la telematica”.

Un dato, quest’ultimo, inferiore alla media europea del 19%: “E pensare che l’Italia è il primo mercato mondiale della telematica – ribadisce Emmanuel Lufray – ma se consideriamo il mercato intero dell’automotive il nostro paese sale al primo posto, perché ci sono realtà come il mondo assicurativo che hanno svolto già un ottimo lavoro”. La telematica, stando sempre ai risultati del barometro, viene utilizzata dai fleet manager per geolocalizzare i veicoli (57%), aumenta la sicurezza del conducente (56%) e ottimizza i viaggi (54%).

WLPT, c’è poca chiarezza

Il nuovo ciclo di omologazione WLTP sta mandando in pensione il vecchio protocollo NEDC per calcolare consumi ed emissioni dei veicoli. L’obiettivo è rendere i dati dichiarati dalle Case più vicini ai valori reali. È chiaro che con la sua entrata in vigore su tutte le auto di nuova immatricolazione, i valori medi aumenteranno.

Arval, tramite il barometro, ha analizzato le possibili conseguenze dell’introduzione del WLTP: “I risultati evidenziano un impatto già avvenuto o atteso dai responsabili flotte (il 44% in Europa e il 37% in Italia). Ci aspettiamo pertanto una crescente attenzione verso l’energy mix e l’adozione di motorizzazioni alternative” le parole ancora di Emmanuel Lufray, direttore Business Engineering & Organization di Arval Italia.

Le nuove alimentazioni

Tra i dati analizzati dal barometro, anche quello legato alle nuove alimentazioni: il 45% degli intervistati ha già implementato o ha pensato ad implementare forme di motorizzazioni alternative, mentre le grandi aziende con grandi flotte pensano anche all’elettrico. Per aiutare i fleet manager nel loro percorso e per offrire una

experience migliore, Arval ha annuncia anche il lancio di un approccio definito SMaRT, utile per accompagnare i responsabili delle gestione delle flotte a prendere le scelte migliori in base alle proprie necessità. Quest’approccio si sviluppa in cinque fasi: capire l’orientamento del cliente, analizzarne la flotta corrente, fornire una

risposta per comprendere qual è l’auto giusta per il driver giusto; trovare soluzioni di mobilita alternativa; e, successivamente a distanza di tempo, vedere se gli obiettivi sono stati raggiunti: “E’ un’accelerazione verso una mobilità più verde ma anche un aiuto per definire la strategia migliore – conclude Sara Angelelli – in Italia siamo i primi a partire. Le motorizzazioni? La nostra politica non è quella di penalizzare il diesel ma di valorizzare energie alternative”.

 

di Luca Talotta

 

Redazione Fleetime