Decreto Incentivi auto, Unrae boccia il decreto che dovrebbe stimolare l’acquisto delle auto a impatto zero

Decreto Incentivi auto, come dicevamo sarebbe tutto da rifare per i nuovi incentivi per le auto “green” è quanto sostiene Unrae, la più grande associazione di settore per i costruttori d’auto: “Il decreto – spiega il presidente Michele Crisci – andrebbe riscritto daccapo. E’ profondamente ingiusto e non svecchierà il parco auto circolante”.
In una nota congiunta il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti, Michele dell’Orco, e il sottosegretario allo sviluppo economico, Davide Crippa sostengono di aver segnato un significativo passo avanti verso una mobilità sempre più sostenibile.

Secondo loro con l’approvazione di un emendamento alla legge di bilancio, infatti, è stato introdotto per la prima volta in Italia un contributo per l’acquisto di autovetture, basato sul meccanismo del bonus/malus ecologico”.

Il funzionamento è questo: dal 1 gennaio 2019 e per i successivi tre anni – spiegano i due esponenti del governo – chi acquisterà e immatricolerà in italia un’autovettura nuova elettrica, ibrida o alimentata a metano, si vedrà riconosciuto un contributo economico fino a 6mila euro, calcolato sulla base della co2 emessa per chilometro, chi  invece, ne comprerà una nuova alimentata con carburanti più inquinanti, dovrà pagare un’imposta che, anche in questo caso, sarà legata alle emissioni di co2 del veicolo.

Secondo i relatori con questo meccanismo diventerà sempre più conveniente acquistare vetture meno inquinanti contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria delle nostre città.

Michele Crisci presidente di Unrae piega  – “ci sono errori sia concettuali che numerici. Il provvedimento, così come orchestrato, non va nella direzione del rinnovo del parco auto circolante.

Il sistema di bonus/malus infatti si applica solo alle vetture nuove, ma non alle vecchie. E nessuno pensa così a levare dalla circolazione i rottami. Con la follia che nel caso del malus si penalizzano perfino vetture molto più ecologiche (quelle nuove) di quelle che circolano e inquinano di più. C’è proprio un errore concettuale nell’approccio”.

Redazione Fleetime