auto in condivisione

Secondo i dati della IV Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, il settore del carpooling aziendale aveva confermato nel 2019 la forte crescita degli anni precedenti: 299 aziende coinvolte, 350 mila iscritti, 475 mila viaggi e 13 milioni di km condivisi. Il lockdown ha invece sparigliato le carte. Ma ora sembrerebbe in netta ripresa.

Emergenza coronavirus –Tra i settori della sharing mobility più in difficoltà nell’emergenza coronavirus c’è stato il carpooling aziendale: l’attività sulle piattaforme di condivisione di passaggi in automobile sulle tratte casa-lavoro, che ha registrato infatti nei periodi più difficili dell’emergenza punte negative dell’80%. A settembre il trend si attesta invece al -50% rispetto a dicembre 2019 e nelle prossime settimane è probabile una ripresa del carpooling aziendale. Resta però forte l’incertezza legata all’evolversi della pandemia e la conseguente paura da parte delle aziende circa la responsabilità di eventuali focolai.

Il segnale di fiducia fa capire che il servizio di carpooling aziendale è per molti dipendenti una scelta razionale per raggiungere il posto di lavoro in maniera sostenibile ed economica in un periodo in cui il trasporto pubblico è considerato, a torto o a ragione, un modo di viaggiare che desta preoccupazione e che le auto hanno di nuovo cominciato ad incolonnarsi lungo le strade.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, promosso da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Ministero dell’ambiente e Ministero dei trasporti, per il 4° Rapporto Nazionale della Sharing Mobility, sono 299 le organizzazioni che in Italia, al dicembre del 2019, utilizzano piattaforme di carpooling aziendale fornite dai tre principali attori del mercato: Jojob, che gestisce il carpooling di 242 aziende, BePooler con 35 aziende ed Up2Go con 22 aziende.

Emergenza coronavirus e ripartenza carpooling

Il trend di forte crescita del settore raccontato nelle precedenti edizione del Rapporto Nazionale ha trovato conferma anche nel 2019. Ciò che emerge è la crescita degli iscritti di circa il 27% con il superamento della quota 350 mila, l’83% dei quali da attribuire Jojob, l’operatore leader del mercato italiano di questa tipologia di carpooling. Sempre relativamente agli iscritti, in evidenza un altro operatore di carpooling aziendale, Bepooler, che ha triplicato la quota degli iscritti rispetto all’anno precedente.

Crescono di conseguenza anche i numeri di viaggi dell’intero settore (+25% come dato medio tra gli operatori rispetto al 2018) e le percorrenze, raddoppiate rispetto all’anno precedente (13 milioni di km condivisi). Anche il viaggio medio diventa più lungo nel 2019, con 28,3 km. L’operatore Up2Go detiene il primato del viaggio medio più lungo pari a 33,8 km a spostamento.

Quella dei 25-30 km è la fascia di distanza più frequente per i viaggi di carpooling casa-lavoro (19% degli spostamenti), mentre più della metà dei viaggi rientrano nel range 15-50 km.
Per quanto concerne la durata, invece, oltre il 50% dei viaggi dura tra gli 11 e i 30 minuti.

Emergenza coronavirus e ripartenza carpooling

Per Tullio Berlenghi – segreteria tecnica del Ministero dell’ambiente – “Il carpooling è uno degli strumenti che può aiutare a cambiare il paradigma della mobilità nelle aree urbane. Dobbiamo togliere le automobili dalle strade, ridurre il numero, siamo il secondo paese d’Europa per numero di auto per abitanti e questo si ripercuote nell’occupazione dello spazio delle aree urbane. Dobbiamo farlo con la tecnologia e con un percorso per cercare di spostare la mobilità dal mezzo privato ad altre forme di mobilità. Tutto quello che può esser un incentivo e portare miglioramento ambientale ci interessa, magari introducendo ad esempio il rimborso chilometrico per i dipendenti che vanno in bicicletta a lavoro o utilizzano servizi di condivisione e sostenibili. Mai come adesso ho visto tanta sensibilità a questi livelli, settori che prima avevano un approccio più conservatore ora avanzano proposte, comprese le amministrazioni locali.”
 

Secondo Massimo Ciuffini – coordinatore dell’Osservatorio Sharing mobility – “il carpooling in Italia non riceve le attenzioni da parte delle autorità pubbliche che merita e che, per esempio, possiamo trovare nella vicina Francia, dove questa soluzione di sharing è molto più sviluppata che da noi sia quantitativamente che qualitativamente. Non è un caso se la piattaforma di carpooling più conosciuta e usata al mondo, anche in Italia, è quella della francese BlaBlaCar. In Francia da tempo è stata avviata una politica di sostegno del carpooling come soluzione per gli spostamenti quotidiani, specie dopo le recenti innovazioni normative introdotte dalla legge quadro sulle mobilità anche detta LOM. Ci sono molti punti interessanti che potrebbero ispirare i nostri decisori politici”.
Per Gerard Albertengo – CEO e founder di Jojob – “Mettendo in atto le dovute precauzioni per ridurre il rischio di contagio, le soluzioni di mobilità condivisa come il carpooling aziendale permettono di circoscrivere il numero di persone con cui si entra in contatto. Dovremo probabilmente convivere con il virus per molto tempo e non è pensabile immaginare un futuro basato sull’utilizzo privato dell’auto, le cui emissioni nocive causano la morte prematura in Italia di 66.000 persone ogni anno. Crediamo che il carpooling sia la miglior soluzione, da integrare con il trasporto pubblico, per garantire una mobilità sicura ed efficiente.I vertici delle aziende e le istituzioni hanno un ruolo decisivo: dovrebbero prendere subito decisioni coraggiose e responsabili, come sta accadendo in altri paesi europei, fornendo regole e linee guida per incentivare modelli di mobilità sostenibile, che vadano incontro alle esigenze dei dipendenti, con attenzione alla salute e all’ambiente”, conclude Albertengo.

 

 

 

Redazione Fleetime

 

Fonte press Jojob