Veicoli fuori uso: nuove opportunità e sfide per gli autodemolitori
Dalla rottamazione al recupero avanzato, il settore degli autodemolitori si prepara a una rivoluzione dettata dalla nuova normativa europea, che promette di incentivare l’innovazione e la sinergia.
Veicoli fuori uso – Il settore del fine vita dei veicoli si trova di fronte a una svolta significativa. L’imminente Regolamento europeo sui veicoli fuori uso (ELV) estenderà la responsabilità del recupero ai produttori e imporrà il raggiungimento di obiettivi specifici ai singoli impianti di trattamento. Questa nuova normativa promette di aprire crescenti opportunità per gli autodemolitori che sapranno cogliere le sfide, rendendo al contempo necessaria una maggiore sinergia tra costruttori e riciclatori.
Le novità del regolamento ELV, verso un’economia circolare
Questi sono i principali spunti emersi dall’evento “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, promosso a Roma dall’ADA (Associazione Demolitori di Autoveicoli), aderente ad Assoambiente. L’iniziativa ha analizzato le implicazioni del nuovo Regolamento ELV, destinato a cambiare l’operatività dell’intero settore.
Un momento chiave dell’evento è stato l’intervento di Paulius Saudargas, Relatore della proposta di Regolamento ELV del Parlamento Europeo, che ha sottolineato l’obiettivo della normativa: “Sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050”. Tra i target centrali, spiccano la preservazione delle materie prime critiche e il rafforzamento dell’industria del riciclaggio europea. Il Regolamento mira anche a contrastare il cambiamento climatico e a sostenere la competitività del settore automobilistico.
Saudargas ha evidenziato come la progettazione dei veicoli dovrà tenere conto degli obiettivi di riciclo attraverso l’ecodesign, rendendo più semplice lo smontaggio e il recupero. I contributi dei produttori dovranno coprire i costi di raccolta e trattamento sostenuti dagli operatori della gestione rifiuti, nella misura in cui non siano già coperti dai ricavi della rivendita di pezzi di ricambio usati o materie prime secondarie. Il nuovo Regolamento presterà inoltre attenzione ai fenomeni dell’esportazione e dello smantellamento illegale dei veicoli, nonché al mercato nero dei pezzi di ricambio.
Le sfide per gli autodemolitori e la necessità di collaborazione
Anselmo Calò, Presidente ADA, ha osservato che il settore è di fronte a un passaggio importante: “La normativa richiede ad ogni operatore all’interno del proprio impianto di raggiungere tra cinque anni la quota dell’85% di recupero del veicolo demolito. Solo chi raggiungerà questo target potrà restare sul mercato.” Calò ha anche evidenziato come il testo del nuovo Regolamento abbia tenuto conto delle osservazioni sollevate dall’ADA, grazie al sostegno dei Parlamentari italiani Cavedagna, Maran e Sardone. Tuttavia, “molto resta ancora da fare”, in particolare per garantire la presenza di tutti i componenti della filiera nell’autorità di monitoraggio dell’attuazione dell’EPR.
Guardando al futuro, Calò ha sottolineato l’importanza di promuovere una maggiore collaborazione con le Case automobilistiche, basata su un dialogo leale e un efficace partenariato.
Matteo Mussini, Direttore di MUST & Partners, ha evidenziato i cinque punti fondamentali della nuova cornice regolatoria su cui l’Associazione ha concentrato i maggiori sforzi:
- Definire chiaramente il concetto di “impianto autorizzato“.
- Evitare asimmetrie di potere tra gli impianti di trattamento (ATF) e i produttori.
- Garantire una rappresentanza adeguata degli ATF negli organi di governance e controllo.
- Distinguere il ruolo degli ATF rispetto a quello dei punti di raccolta, evitando sovrapposizioni.
- Limitare l’obbligo di rimozione delle parti, per un’applicazione proporzionata della norma.
L’impegno del Parlamento Europeo e la visione dei costruttori
L’evento ha visto anche la partecipazione di Stefano Cavedagna e Pierfrancesco Maran, Deputati del Parlamento Europeo, che hanno illustrato il loro impegno nella tutela delle piccole e medie imprese del settore.
Cavedagna ha sottolineato: “Abbiamo lavorato in sede europea per tutelare le piccole e medie imprese del settore della demolizione, talvolta anche micro-imprese a carattere familiare. Per questo abbiamo evitato un ulteriore rafforzamento della burocrazia che avrebbe messo fuori mercato proprio queste aziende.” Tra i risultati raggiunti, spicca il riconoscimento della differenza tra demolitore e frantumatore, inizialmente non previsto.
Maran ha aggiunto: “Nel confronto con i relatori del Regolamento siamo riusciti a far riconoscere l’attività dei demolitori di auto come un anello centrale dell’economia circolare.” Il suo intervento ha evidenziato l’attenzione data alla scomparsa di 3 milioni di veicoli a fine vita ogni anno in Europa, portando a una stesura della norma più attenta a frenare l’esportazione dei veicoli al di fuori dei confini europei e a ridurre anche le esportazioni al di là dei confini nazionali.
Un segnale di forte attenzione da parte dei costruttori è arrivato dalla partecipazione di Xavier Kaufman, vice Presidente di “The future is neutral” – Renault. Kaufman ha offerto spunti concreti sul ruolo delle case automobilistiche nella gestione sostenibile del fine vita dei veicoli e sulle prospettive aperte dalla nuova proposta di Regolamento ELV e sulla collaborazione con gli impianti di demolizione dei veicoli.
Il nuovo Regolamento ELV si preannuncia quindi come una svolta epocale per il settore, in grado di generare nuove opportunità e di richiedere una collaborazione sempre più stretta tra tutti gli attori della filiera.
Redazione Fleetime
Fonte press FISE
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