Aftermarket auto: solo il 5% delle imprese si sta riconvertendo all’elettrico
Un comparto solido che guarda al futuro, ma trema per la concorrenza estera
Aftermarket auto – l’aftermarket automobilistico italiano, un settore vitale e fiorente, vale 28,1 miliardi di euro e occupa quasi 400 mila persone, ma naviga in un mare di sfide. Mentre si avvicina la scadenza del 2035, che segnerà ufficialmente il passaggio all’elettrico per le automobili nell’Unione Europea, soltanto il 5% delle imprese del settore sembra intenzionato a riconvertirsi. Questo dato preoccupante emerge dalla ricerca “Il settore dell’Aftermarket dell’automotive… tra tradizione e innovazione”, condotta dal Centro Studi Tagliacarne per conto della Camera di commercio di Modena.
L’andamento del mercato: crescita e sfide
Nonostante la transizione verso l’elettrico, le prospettive per il mercato aftermarket sono tutt’altro che buie. Il 41% delle imprese prevede un aumento del fatturato nel 2024, accompagnato da una crescita della forza lavoro per il 27% degli operatori. Tuttavia, la scarsa propensione a investire nell’elettrico impedisce una modernizzazione rapida. Infatti, solo il 5,4% delle aziende sta effettivamente facendo passi concreti verso la riconversione, mentre il 77,4% non ha intrapreso alcuna iniziativa in tal senso.
L’unico vero timore per le imprese si trova nella concorrenza estera, particolarmente da parte di Paesi emergenti come la Cina. Questo fenomeno è segnalato dal 37,7% delle aziende come il principale ostacolo alla crescita. Già oggi, la concorrenza dei ricambi a costi ridotti dai mercati emergenti crea tensioni nel settore, rendendo la transizione all’elettrico un aspetto secondario per molte imprese.
Effetti della digitalizzazione e della transizione verde
In compenso, l’aftermarket automobilistico sta dimostrando di essere ricettivo verso il digitale e la sostenibilità. Il 53,6% delle aziende ha investito in tecnologie 4.0 tra il 2021 e il 2023, e ben il 49,1% prevede di continuare su questa strada entro il 2026. Analogamente, il 43,7% ha avviato investimenti nel settore “green”, con previsioni che indicano un incremento al 51,3% nel triennio successivo. Questo doppio fronte di innovazione è emblematico di un settore che, pur affrontando le proprie incertezze, cerca di adattarsi a un futuro incerto.
Pesaro e Urbino: un primato inaspettato
La geografia del mercato aftermarket presenta dinamiche interessanti. La Lombardia è attualmente il leader in valore prodotto, seguita dall’Emilia-Romagna e dal Veneto. Sorprendentemente, Pesaro e Urbino si affermano come la provincia con il “peso” più significativo dell’aftermarket sull’economia locale, con un’incidenza del 3,6% rispetto al valore aggiunto. Questo rende la realtà marchigiana un esempio virtuoso nel contesto economico nazionale.
Sguardo al futuro: un cambio di mentalità necessario
Il settore dell’aftermarket è in una posizione privilegiata per continuare a prosperare, ma richiede una maggiore apertura al cambiamento. Le sfide dell’elettrificazione possono rappresentare delle opportunità se affrontate con una mentalità proattiva e innovativa. Le imprese devono non solo garantire la qualità dei propri servizi, ma anche investire in formazione e competenze, per non rimanere indietro in un’industria in rapida evoluzione. La richiesta di nuove professionalità, come operai e tecnici specializzati, è già alta, ma trovare il personale adeguato si preannuncia complesso.
Redazione Fleetime
Fonte e supporto ANFIA
Elaborazione dati:
Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
Camera di Commercio Modena
In collaborazione:
Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura di Torino
Lascia un commento