Componentistica automotive italiana 2022

Sono oltre 2.200 le imprese della filiera italiana, con un fatturato in netta ripresa nel 2021 (+16,7%) e un’apertura sempre più marcata verso powertrain elettrici ed bibridi. Di fronte ad un panorama internazionale complesso, le imprese chiedono riduzione dei costi dell’energia, progetti di digitalizzazione e innovazione, ma anche incentivi alle immatricolazioni e più infrastrutture per le ricariche di auto elettriche.

Componentistica automotive italiana 2022 – Presentata ieri 24 ottobre presso il Centro congressi del MAUTO l’edizione 2022 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).

Il 2021 si era chiuso in ripresa, con un fatturato nazionale in crescita del 16,7%, ma oggi per le imprese della filiera automotive si moltiplicano le sfide: alti costi energetici e delle materie prime, crisi internazionale e soprattutto accelerata transizione ecologica, nonostante il posizionamento prevalente rimanga ancora sui motori tradizionali (73,8%) – spiega il Presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. – Per questo le nostre imprese cercano soluzioni, vendendo di più all’estero, investendo in innovazioni di prodotto e cercando sul mercato del lavoro nuove competenze, spesso difficili da trovare: cautela e prudenza caratterizzano in ogni caso le prospettive per l’anno in corso”.

Per Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica): “Anche l’export della componentistica ha visto nel 2021 un netto recupero (+15,4%), con un rallentamento nella seconda parte dell’anno per via del protrarsi della crisi dei semiconduttori, delle materie prime e della logistica. Nel 2022, gli effetti di instabilità legati al conflitto in Ucraina potrebbero portare ad una frenata. Per traguardare le sfide della transizione energetica, le nostre imprese, da quest’anno, possono contare anche sulle misure del fondo automotive, in particolare gli interventi di politica industriale come i contratti di sviluppo e gli accordi di innovazione, che agevolano i programmi di investimento delle imprese”.

 

 

 

Redazione Fleetime

 

 

Fonte press ANFIA