Temparino auto

Quando l’auto veniva costruita con passione e amore

Temperino auto – Soffermandoci a pensare a cosa rappresenta il mondo dell’industria automobilistica oggi, viene spontaneo concentrarci sulla parola profitto, cardine essenziale del fare industria moderno. Ovviamente il profitto è sempre stato il perno centrale dell’impresa, ma in passato non era l’unico elemento preponderante. Pensiamo, per esempio, alle auto di inizio ‘900, molto spartane, se paragonate a quelle nate anche solo qualche decennio dopo, la cui semplicità e la passione con cui venivano realizzate, era la loro caratteristica più marcata, così come la loro durabilità.

Sicuramente la novità della “carrozza a motore” aveva riempito di entusiasmo e voglia di fare, i pionieri di quel periodo, ma oggi che il mondo dell’auto sta affrontando una nuova rivoluzione, ovvero il passaggio dal motore termico a quello elettrico, tutto queste peculiarità sono scomparse, lasciando spazio al mero guadagno e al marketing. Vale la pena, quindi, di ripercorre la storia di quei costruttori, molti dei quali scomparsi in breve tempo, che hanno però  lasciato qualcosa di indelebile, capace di andare oltre la loro storia. I fratelli Temperino fanno parte di quel mondo, di quel coraggio e voglia di innovare, che caratterizzò il ‘900, nonostante la morte e la distruzione di due guerre mondiali.

Temperino auto

Temperino auto – storia dei fratelli Temperino

Appartenenti a una famiglia di emigranti rimpatriata dagli USA, causa la morte del padre minatore, i fratelli Temperino decisero di aprire a Torino, in corso Principe Oddone 44, l’Officina F.lli Temperino, per la riparazione di biciclette e motocicli e per la vulcanizzazione degli pneumatici.

Già nel 1908, iniziarono la costruzione, forse su licenza, di una loro motocicletta che commercializzarono con il marchio Mead Flyer. Un successivo e diverso modello, sempre con lo stesso marchio, fu presentato alla Mostra speciale dell’Automobile, del Ciclo e dell’Aeronautica, nell’ambito dell’Esposizione internazionale di Torino del 1911.

Dopo aver costruito i primi prototipi di autovettura nel 1908 e 1909, la loro sperimentazione fu lungamente interrotta dalla Guerra Italo-Turca e poi dalla prima guerra mondiale, arrivando finalmente alla produzione in serie nel 1918, parte della quale terziarizzata verso altre industrie della zona fra cui, prevalentemente, le Officine Moncenisio di Condove.

Nell’ottobre dell’anno successivo venne ufficialmente costituita la Società Anonima Vetturette Temperino, i cui prodotti riscossero un immediato successo, per l’economia di acquisto e d’esercizio, oltre alla robustezza dimostrata nelle gare in salita. La Temperino fu molto apprezzata anche fuori dai confini nazionali, particolarmente in Inghilterra, dove fu aperta una sede per l’assemblaggio e la vendita, al fine di evitare i dazi doganali e soddisfare gli ordinativi. Il fallimento della Banca di Sconto nel 1921, principale finanziatrice dell’azienda, e la crisi economica del 1924 portò alla chiusura la fabbrica torinese, ma la Temperino motors Ltd. di Londra rimase attiva fino al 1940.

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Temperino i modelli

La Temperino 8/10 HP, nota anche come Tipo 8/10 HP, era il modello di punta della Temperino ed era prodotta in due versioni: normale e sport. Entrambe le versioni erano dotate di un motore anteriore a 2 cilindri (1010 cm³, 20 cv) con cambio a 3 marce +R e freni meccanici sulle ruote posteriori, era venduta con diverse carrozzerie, dalla tipo spider al camioncino a due posti, nella versione sport il motore era portato a 1021 cm³ 25 cv per 90 km/h.

Alcune Tipo 8/10 HP da corsa ottennero anche buoni risultati sportivi come nel 1920, quando sul circuito del Sestriere si piazzarono prima e seconda. Va menzionato anche il modello GSM 7-12 HP, costruito dal 1922 per i mercati internazionali, che ebbe un ottimo successo in Inghilterra e fu venduto anche in Brasile.

Della Temperino oggi rimane un esemplare esposto al Museo dell’Automobile di Torino e la straordinaria storia di quattro fratelli che, nonostante le difficoltà, coronarono il sogno di essere imprenditori, lasciando un segno indelebile nella storia dell’auto anticipando il concetto di vettura utilitaria, divenuto in seguito molto popolare, soprattutto in Italia.

 

 

 

 

Redazione Fleetime