Car sharing Mobilize

La mobilità delle persone in città è in costante cambiamento. Ingorghi, limitazioni alla circolazione, costi legati al possesso di un veicolo… sono sempre più numerosi i cittadini che optano per il car sharing. Una soluzione incentivata anche dai Comuni per rispondere alle esigenze dei cittadini e realizzare un’offerta di trasporti multimodale.

Car sharing Mobilize – Ma come funziona il “dietro le quinte”? Come fanno i Comuni e gli operatori ad intendersi per creare un servizio di car sharing? Che criteri devono essere presi in considerazione per garantirne e ottimizzarne il funzionamento?

Abbiamo voluto svelare i misteri che si celano dietro la creazione dei servizi di car sharing in una grande capitale e in un centro urbano di medie dimensioni. La nostra indagine ci ha portati a Madrid e a Nizza per scoprire Zity by Mobilize e Mobilize Share, le cui flotte sono 100% elettriche.

Car sharing Mobilize – Cos’è il car sharing?

La nostra indagine riguarda il car sharing. Ma che cosa si intende esattamente con questo termine? Consultando il dizionario, si capisce che il car sharing consiste nel «fornire veicoli ‘self-service’ agli utenti per la durata e la destinazione di loro scelta».

Quando lo abbiamo chiesto a Laurence Béchon, Direttrice dei Servizi di Mobilità di Mobilize, ci ha subito precisato che il car sharing si differenzia dal noleggio tradizionale per alcune importanti specificità: messa a disposizione di un veicolo senza consegna delle chiavi (da cui l’espressione “self-service”), 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per un periodo che va da pochi minuti ad alcuni giorni. Lo sblocco e il blocco del veicolo avvengono tramite smartphone. La fatturazione del noleggio comprende tutte le spese del percorso, tra cui anche la ricarica e l’assicurazione.

Intanto, veniamo a sapere che ci sono due tipi di car sharing: quello “senza stazioni” come Zity by Mobilize e quello “con stazioni” come Mobilize Share.

Non avendo stazioni, Zity by Mobilize è una soluzione di car sharing cosiddetta “free-floating”. I veicoli sono disponibili in modalità self-service per strada, senza parcheggi riservati per prelevarli e restituirli. Per il noleggio non è richiesta la prenotazione del veicolo né della fascia oraria. Il cliente è libero di terminare il noleggio quando e dove vuole nell’area di copertura del servizio. L’utente può, per esempio, effettuare percorsi brevi, come viaggi di sola andata. In questo tipo di servizio, di solito gli spostamenti non superano le due o tre ore.

Mobilize Share è una soluzione di car sharing di tipo “closed loop” o “station based”. Il veicolo e la fascia oraria di utilizzo possono essere prenotati prima del prelievo, per essere certi di avere una soluzione di mobilità disponibile nel momento desiderato. I veicoli devono essere prelevati e restituiti in un luogo dedicato, che può fungere sia da parcheggio che da punto di ricarica, come accade a Nizza.

Car sharing Mobilize – Free-floating o station-based

Continuando a discuterne con Laurence Béchon, riusciamo a capire che il car sharing per il momento si sviluppa ed è redditizio nelle aree urbane ad alta e media densità di popolazione. Questa modalità è infatti complementare rispetto ad altre soluzioni di trasporto pubblico e privato che si trovano nelle grandi città.

Prima di lanciare un servizio di car sharing in una grande città, l’operatore studia, tanto per cominciare, la configurazione generale del territorio: numero di abitanti, numero di posti di lavoro, densità, mix lavoro/abitazioni, accessibilità ed efficienza del sistema di trasporti esistente, concorrenza, ecc. Ma attenzione: i servizi di car sharing di tipo free-floating station-based non hanno gli stessi criteri di implementazione.

Per portare avanti la nostra indagine sul campo, Madrid era chiaramente una scelta d’obbligo. La capitale spagnola è, infatti, la prima città ad aver accolto il servizio Zity by Mobilize.

Il free-floating come Zity by Mobilize si rivolge alle città densamente popolate, dove la mobilità degli abitanti è soprattutto multimodale. Per essere attrattivo in questo ambiente competitivo, il servizio deve avere un costo moderato e garantire grande semplicità d’uso, per cui anche parcheggio facile e gratuito dei veicoli. Come conferma José Barrios, Responsabile delle Operazioni di Zity Madrid: «Il car sharing di tipo free-floating come Zity by Mobilize è adatto per le grandi città di oltre 500.000 abitanti. La chiave è la densità di veicoli per chilometro. Per un servizio efficiente in free-floating, l’utente deve aver accesso al veicolo nel raggio di meno di 300 metri dalla sua posizione. Per una città come Madrid, che ha oltre 3 milioni di abitanti, è necessaria una flotta di 700 – 800 veicoli.»

Per questo volume di veicoli ci vuole un’infrastruttura dedicata alla manutenzione e alla ricarica delle auto. José Barrios precisa che Zity, azienda indipendente della rete commerciale del Gruppo Renault, dispone di oltre 3.000 m² di locali e 70 addetti per garantire il servizio.

Invece, un servizio station-based come Mobilize Share è più adatto per le città a media densità di popolazione, dove l’esigenza di mobilità con il car sharing è più sporadica.

Ora andiamo a Nizza per proseguire la nostra indagine in questa città di circa 340.000 abitanti. «A Nizza, la flotta di Mobilize Share è costituita da 62 veicoli elettrici, un volume adatto per rispondere alle esigenze di mobilità degli abitanti della città. I percorsi sono più lunghi di quelli del free-floating e la durata media del noleggio è di circa 7 ore», spiega Guillaume Naegelen, Responsabile Programma Mobilize Share. E poi precisa: «Mobilize Share viene distribuito tramite la rete locale dei concessionari Renault che garantisce, peraltro, la manutenzione dei veicoli.»

In entrambi i casi, la dimensione della flotta deve essere adeguata in base a parametri strategici come la densità della popolazione, la domanda e il tasso di crescita.

Ora che abbiamo chiaramente differenziato i vari tipi di servizi di car sharing, concentriamoci sugli attori dell’implementazione.

Come si sceglie una città per una soluzione di car sharing?

Quando viene individuata un’esigenza di mobilità condivisa oppure una città ad alto potenziale, Mobilize e il Comune (o la regione a seconda dell’organizzazione amministrativa del Paese) si mettono in contatto. Se necessario, anche gli enti responsabili della gestione delle strade o del controllo del traffico e dei parcheggi vengono coinvolti nella realizzazione operativa dei progetti, che si sviluppano quindi in un clima di co-costruzione, con tutti gli stakeholder.

«In Francia, per aprire un nuovo servizio ci vuole un accordo sulle specifiche del Comune e l’ottenimento di un label per il car sharing» precisa Guillaume Naegelen, Responsabile Programma Mobilize Share.

Vi starete chiedendo di che label si tratta? È quello che consente al servizio di essere riconosciuto come un servizio di utilità pubblica: ciò determina l’assegnazione di posti di parcheggio riservati, l’utilizzo delle colonnine di ricarica pubbliche e la gratuità temporanea o permanente del parcheggio. Il label è quindi indispensabile!

È poi necessario stabilire con precisione un’area di implementazione del servizio. «Gli utenti del car sharing di tipo free-floating utilizzano maggiormente il servizio se la densità delle stazioni è elevata e i confini dell’area sono chiaramente individuati (grandi viali o circonvallazioni, per esempio)» precisa José Barrios, Manager delle Operazioni di Zity Madrid.

L’esito dei colloqui con gli enti locali è determinato anche dalla durata del contratto di gestione, dal livello di sostegno concesso e dall’eventuale importo del canone associato alla disponibilità degli spazi.

Il car sharing è spesso incentivato dai poteri pubblici in quanto contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti ed acustiche, soprattutto quando i veicoli sono 100% elettrici. È inoltre una modalità di trasporto di semplice utilizzo ed economica per gli utenti. Non c’è quindi da stupirsi che questa forma di mobilità sia in forte crescita!

 

Redazione Fleetime

Fonte: Press Mobilize