ADAS (Advanced Driver Assistance System) : nella “mitologia” automobilistica sembrerebbero nati per avere un senso solo a corredo delle tecnologie utili nella lenta e controversa transizione verso la “guida autonoma”. In verità, da semplice e freddo supporto di sicurezza per la guida questa famiglia di sistemi ed accessori è divenuta nel tempo un fenomeno commerciale e di costume, al punto che la sigla rappresenta in molte scelte di acquisto un elemento strutturale di selezione sul mercato, e per i Marchi che ne propongono la dotazione, gli ADAS costituiscono un nuovo insperato elemento della “Marketing Mix” di offerta al Cliente.

Di certo l’attenzione dei Fleet e Risk Managers va rivolta sull’aiuto che gli accessori di Drive Assistance forniscono per il mantenimento del valore di rivendita, poiché anche nel “secondo mercato” i Clienti potenziali vogliono fruirne. Con la disponibilità anche in Aftermarket di alcune linee di prodotto, tuttavia, anche la possibilità di dotare di ADAS le auto già presenti nel Parco diventa una chiave di gestione sia per il recupero di valore sia per l’aiuto fornito nella prevenzione delle situazioni di rischio.

ADAS : amico anche dell’Aftermarket

E questo, per il filone fin qui affrontato da “Fleetime” sul Risk Management, significa un supporto alla riduzione delle incognite che nell’uso dell’auto di Flotta possono causare incidenti ed infortuni. Il vantaggio è nella riduzione dei costi giuridici, di riparazione e fermo tecnico, e nel mantenimento in efficienza e salute di mezzi ed Utilizzatori.

Già con i dispositivi di livello “1” (“Lane Assist” per il controllo di traiettoria e “Cruise Control adattivo”), disponibili già per molti modelli anche in Aftermarket, si possono circoscrivere una buona serie di situazioni di rischio, potendo contare spesso anche su una buona possibilità di tarare e mantenere in officina questi dispositivi senza rivoluzionare gli accordi di Service e senza pagare uno sproposito. Questo significa approfittare anche se un poco in ritardo di supporti di modernizzazione e valorizzazione del Parco, in particolare di quello LCV (solitamente dalla vita media più lunga).

Dal “Livello 2” nessuna scusa più per i Fleet Managers

Conviene affrontare l’investimento per l’implementazione dei mezzi già presenti in Flotta? Le risorse in sicurezza e qualche risparmio (in ripristini e costi assicurativi) dicono di si. Tuttavia di fronte alla presenza su strada di diversi mezzi ormai dotati degli ADAS di Livello “2”, cioè dispositivi in grado di prendere il controllo semi – autonomo di condizioni dinamiche del mezzo, suggeriscono l’ipotesi di procedere a qualche sostituzione.

Chiaramente nella composizione del Parco auto e mezzi, come nella valutazione del rapporto “Costi di rischio / Costo vettura” sia il Fleet che il Risk Manager potranno confrontarsi nella selezione idonea delle unità da sostituire, definendo finalmente la dotazione ADAS come una voce essenziale e discriminante da considerare.

Redazione Fleetime