Auto cinesi, un’opportunità per l’Europa?
Le opportunità dell’industria automotive nell’arrivo dei brand cinesi e il futuro del green deal europeo
Auto cinesi – Durante il #FORUMAutoMotive svoltosi a Milano, diversi esperti e attori del settore automotive hanno discusso le opportunità aperte dall’arrivo sul mercato europeo delle vetture cinesi, elettriche e non. L’evento, promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, ha visto la partecipazione del Ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha dichiarato l’importanza di una mobilità sostenibile e innovativa.
Massimo Artusi, Presidente di Federauto, ha aperto il dibattito sottolineando come i camion cinesi stiano guadagnando rapidamente terreno in Europa. “Le proposte di mezzi pesanti provenienti dalla Cina sono di buona qualità e sicure. L’industria dei pullman elettrici, inoltre, ha beneficiato di investimenti cinesi significativi”, ha spiegato Artusi. Questa osservazione mette in evidenza come i produttori cinesi siano già pronti a sbarcare in un mercato dove la qualità è fondamentale.
Paolo Daniele Cirelli, Presidente di Cirelli Motor Company, ha parlato del suo marchio, che conta una rete di 35 concessionari in Italia. “Stiamo seguendo un processo complesso di omologazione, che ci permette di presentare vetture che non solo rispettano le normative europee, ma che offrono anche uno straordinario rapporto qualità/prezzo”, ha affermato Cirelli, rispondendo a chi teme una saturazione del mercato.
Crescita e sinergie: un futuro da scoprire
Francesco Cremonesi, Direttore della Comunicazione di Omoda Jaecoo Italia, ha posto l’accento sulla strategia di ingresso dei marchi cinesi sul mercato europeo. “Il nostro piano prevede inizialmente di proporre modelli con motore a benzina per poi ampliare l’offerta con vetture elettriche”, ha spiegato. Inoltre, ha anticipato potenziali investimenti in un centro di ricerca e sviluppo in Italia, se il mercato evidenziasse tali opportunità.
Bruno Giovanni Mafrici, CEO di Car Mobility srl e DF Italia, ha aggiunto: “Attualmente puntiamo ad accrescere la nostra rete di concessionari sul territorio e abbiamo in cantiere la creazione di un centro ricambi. Il post vendita rappresenta un campo cruciale per il successo dei brand cinesi in Europa”. La sinergia tra produttori cinesi e distributori italiani sembra dunque una strada promettente per entrambi.
Elisabetta Rezzani, Responsabile Ufficio Stampa Eurasia, ha concluso il primo panel ribadendo l’importanza delle tecnologie innovative per rilevare la concorrenza con il mercato europeo, pur avvertendo sui possibili dazi. “Abbiamo costruito relazioni solide con i costruttori cinesi e ci aspettiamo l’arrivo di nuovi modelli a prezzi molto vantaggiosi”, ha dichiarato.
Green Deal: opportunità e critiche
Successivamente, il dibattito si è focalizzato sul Green Deal promosso dalla Commissione Europea. Moderato dal giornalista Umberto Zapelloni, il confronto ha messo in risalto le divergenze di opinione. Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus, ha espresso preoccupazioni circa l’inefficacia della strategia europea, sottolineando la scarsità di attenzione riservata all’industria italiana: “Le risorse del PNRR sono state indirizzate all’estero, e l’Italia ha perso il suo peso decisionale in Europa”, ha dichiarato.
Andrea Taschini, Manager automotive ed editorialista, ha condiviso una visione opposta, definendo il Green Deal una “grande burla”. Secondo lui, l’Europa, pur essendo leader nella lotta al cambiamento climatico, sta diventando sempre meno competitiva a causa dell’alto costo dell’energia. “Ogni continente deve utilizzare le risorse di cui dispone, non possiamo basarci su materiali di cui non disponiamo”, ha aggiunto.
Una nuova visione per il futuro
Il secondo panel, moderato da Marco Marelli, ha messo in evidenza le aspettative per il nuovo Green Deal, previsto per il secondo mandato di Ursula von der Leyen. Geronimo La Russa, Vice Presidente ACI, ha espresso la necessità di un Green Deal differente, capace di unire la tecnologia e di non creare confusione tra i consumatori. “La neutralità tecnologica è essenziale per evitare una decrescita poco felice”, ha affermato.
Gianni Murano, Presidente di UNEM, ha chiesto un’apertura verso tutte le tecnologie disponibili: “Serve un nuovo illuminismo nella gestione delle politiche energetiche”, ha dichiarato, evidenziando l’importanza di valorizzare le eccellenze europee.
Stefano Odorici, Presidente UCIF, ha insistito sul fatto che senza un pragmatismo e investimenti mirati, l’industria automobilistica italiana rischia di restare indietro. “La revisione fiscale potrebbe incentivare la diffusione delle nuove tecnologie”, ha sottolineato.
Conclusione: una sfida in continua evoluzione
Il forum si è concluso con l’intervento di Marco Seimandi, Vice President di Westport Fuel Systems, che ha evidenziato come diversi Paesi, come India, stiano esplorando soluzioni energetiche alternative come il metano. “Dobbiamo essere aperti a tutte le tecnologie, ma senza incentivare nessuna in particolare. Solo così potremmo raggiungere un equilibrio economico e ambientale”, ha concluso.
In un contesto di trasformazioni rapide, l’industria automotive italiana si trova di fronte a nuove sfide e opportunità. L’incontro a Milano ha dimostrato come la cooperazione tra produttori e concessionari, insieme a una visione pragmatica delle politiche energetiche, possa contribuire a un futuro sostenibile per il settore e per l’Europa.
Video interviste
Pierluigi Bonora giornalista e fondatore #ForumAutomotive
Geronimo La Russa, Vice Presidente ACI
Camillo Piazza Presidente di Class Onlus
Di Giulia Marrone
Redazione Fleetime
Fonte press Catino&Giglio
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