Smartphone a quattro ruote: l’auto nel mirino degli hacker
All’International Aftermarket Meeting, gli esperti hanno analizzato le minacce informatiche che stanno ridefinendo la filiera automotive.
Smartphone – non sono più solo computer e smartphone a dover temere gli attacchi informatici. Con un parco veicoli sempre più “smart” e connesso, anche le nostre auto sono diventate bersagli per gli hacker. La cybersicurezza non è più un lusso, ma una priorità assoluta per l’industria automobilistica. Di questo si è discusso approfonditamente all’International Aftermarket Meeting, tenutosi all’Auditorium Futurmotive di Bologna.
L’evento, introdotto da Andrea Debernardis di ANFIA e Emanuele Vicentini di Autopromotec, ha riunito i massimi esperti internazionali per sviscerare un tema che sta già modificando profondamente il paradigma dell’intero settore.
Veicoli software e nuove vulnerabilità
I “veicoli software” sono ormai una realtà consolidata sulle nostre strade, e la loro diffusione è in costante crescita. Questo scenario impone al mercato dell’aftermarket una sfida cruciale: come garantire assistenza e manutenzione in un ecosistema così complesso e vulnerabile? Le minacce informatiche, infatti, non si limitano all’utilizzo del veicolo stesso, ma possono estendersi ad altri sistemi interconnessi, mettendo a rischio dati personali e persino pagamenti elettronici.
“Le auto sono sempre di più telefoni con le ruote“, ha spiegato Gianfranco Burzio, consulente per la sicurezza e la protezione di Drivesec. Il pericolo non arriva solo dalle reti telematiche: “L’hacker può agire, per esempio, anche attraverso la colonnina di ricarica elettrica, introdursi nel software di pagamento e rubare denaro“. Un quadro che sottolinea la necessità di una protezione a 360 gradi.
Bruxelles e il futuro dell’accesso ai dati
Lo scenario non è passato inosservato a Bruxelles. La Commissione Europea sta lavorando a una nuova legge che cerchi di bilanciare la protezione informatica messa in atto dalle case produttrici con l’esigenza dei riparatori indipendenti di accedere ai sistemi dei veicoli per effettuare le operazioni di manutenzione e riparazione.
Le ripercussioni di queste nuove regole sono state al centro di un acceso dibattito durante la tavola rotonda dell’evento, che ha visto la partecipazione di figure di spicco come Kim Borsting di Hella Gutmann, Massimiliano Oliveri Del Castillo di Robert Bosch, Kris van der Plas di LKQ Europa, Alexander Matthey di Parloa e Nicola Morzenti di Roland Berger.
Prospettive di mercato e l’importanza dei big data
Un contributo prezioso è arrivato da Martin Frommer di S&P Global Mobility, che ha anticipato le prospettive del mercato nei prossimi dieci anni. “In Europa ci aspettiamo una crescita, non importante come quella per esempio in Cina, ma sarà costante”, ha sottolineato Frommer. Questa tendenza rappresenta un’opportunità significativa per il mercato dei ricambi, dato che le stime prevedono un aumento del numero di veicoli più anziani in circolazione. “In Europa occidentale passeranno dal 3% di oggi al 10%, mentre in Europa orientale questo è già realtà”.
Secondo il manager, entro il 2034 il numero di veicoli su strada sfiorerà i due miliardi, e i big data diventeranno una parte sempre più integrante della filiera. Questo significa che la capacità di analizzare e proteggere queste enormi quantità di dati sarà cruciale per il successo e la sicurezza dell’intero ecosistema automotive.
Redazione Fleetime
Fonte Autopromotec
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